Kiev, scontri con la polizia: riprendono le proteste contro Yanukovich
Tra i provvedimenti contestati anche quello che prevede l'immediato arresto per chi indossi maschere o caschi
Domenica di violenza quella di oggi a Kiev. Nella via da cui è posisbile raggiungere il palazzo del presidente Yanucovich e quello dove ha sede il Parlamento, si sono radunate migliaia di manifestanti – secondo i media ucraini tra le 10 e le 15mila persone – per protestare contro il governo. I manifestanti sono entrati a contatto con la polizia.
Tra i dimostranti, diversi sarebbero armati di bastoni e bombolettete contenenti spray urticanti; molti di loro, inoltre, sarebbero a volto coperto per evitare di essere individuati dalle videocamere di sorveglianza. Le forze dell’ordine, dal canto loro, rispondono con cariche, manganellate e l’utilizzo di gas lacrimogeni.
A fare da sfondo a questa nuova ondata di proteste, il gelo di questi giorni che però non è riuscito ad arginare la rabbia degli ucraini nei confronti del presidente Viktor Yanukovich, accusato di non aver voluto firmare il trattato di adesione all’Unione Europea e di essere responsabile della violenta repressione della protesta negli ultimi mesi.
Tra gli obiettivi della protesta, però, vi è anche uno degli ultimi provvedimenti presi dal governo con l’obiettivo di facilitare l’ordine pubblico, che prevede l’immediato arresto per chiunque indossi maschere o caschi che impediscano il riconoscimento. A ciò, i manifestanti hanno risposto con un sarcastico gesto di sfida e presentandosi per le strade e nella storica Piazza Indipendenza con in testa pentole e scolapasta.
Se c’è chi ha scelto la via dello sberleffo per fronteggiare la pretesa di controllo da parte del governo, c’è invece chi ha scelto la strada della violenza: fonti vicine alla polizia, parlano di tre pullman delle forze dell’ordine devastati, di cui uno dato alle fiamme.