Stamina, bimbo di otto anni muore in attesa delle cure
A Palermo un bimbo di otto anni, Manuele Costantino, è morto in attesa delle cure con il metodo Stamina. Era affetto da una malattia rarissima
Un bimbo di otto anni è morto a Palermo, mentre era in attesa delle cure con il metodo Stamina. Si tratta di Manuele Costantino, che lottava contro una malattia davvero molto rara, la sindrome di Cednik, la quale ha colpito solo sette bambini nel mondo. L’ultima spiaggia per Manuele era il metodo Stamina, al quale i genitori chiedevano di accedere. Ma ora questo bimbo di otto anni non c’è più, e tante altre giovani vite si spengono in attesa che qualcosa possa essere fatto per loro.
A parlare della morte di questo bimbo di otto anni, in attesa delle cure con il metodo Stamina, è stato Pietro Crisafulli, presidente di “Sicilia Risvegli Onlus”. Ha lanciato un accorato appello a Papa Francesco, chiedendogli di mettere a disposizione il suo ospedale per curare queste persone, in quanto “non c’è più tempo da perdere“. Crisafulli inoltre prosegue il suo discorso con parole dure, dicendo che la sua pagina sul social network è divenuta “un cimitero“, e quasi ogni giorno è costretto ad annunciare la morte di qualche persona. Il bimbo di otto anni morto in attesa delle cure Stamina, Manuele, aveva partecipato con la mamma ad una manifestazione lo scorso 29 ottobre 2013, nei pressi della sede della Regione Sicilia, a Palermo. E Crisafulli dice di ricordare gli occhi di Manuele, che aveva una gran voglia di vivere. Hanno chiesto aiuto con il megafono in quella giornata, affinché i politici facessero qualcosa per questo bimbo di otto anni. Ma Crisafulli denuncia che questa famiglia è rimasta sola, ed è l’ennesima morte che va ad aggiungersi ad una vera e propria strage.
Insomma, mentre Stamina fa discutere c’è ancora chi crede nel metodo. Probabilmente il fatto che alcune persone abbiano sfruttato il metodo per arricchirsi non deve impedire a chi ne ha bisogno di potersi curare in questo modo. In alcuni casi Stamina si rivela essere davvero l’ultima spiaggia per alcuni malati, e tanto vale tentare di salvare una vita piuttosto che lasciarla andare senza neanche averci provato.