Jobs Act: prospettive e dubbi sulla proposta di Renzi
Il giuslavorista Fabrizio Daverio spiega i dubbi sul finanziamento della misura e il rischio di speculazioni. "Non è la semplificazioni dei contratti di lavoro a creare occupazione, ma la ripresa economica"
Quest’oggi Matteo Renzi e la Direzione del PD discuteranno il piano per rilanciare il mercato del lavoro (c.d. Jobs Act) che prevede tra l’altro l’assegno universale per chi perde il posto di lavoro (anche per chi oggi non ne avrebbe diritto), contratti di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti per i giovani e la riduzione delle varie forme contrattuali attualmente vigenti in Italia (40 circa).
Il giuslavorista e Avvocato Fabrizio Daverio, socio fondatore dello Studio Legale Daverio & Florio – specializzato in diritto del lavoro e della Previdenza Sociale – si è espresso al riguardo e le sue argomentazioni anticipano il dibattito del Partito Democratico evidenziandone prospettive e dubbi.
“Se da un lato la proposta di contratti di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti per i giovani al primo impiego potrebbe avere un impatto positivo sul mercato del lavoro – commenta l’Avvocato – dall’altro, bisogna attendersi che siano sollevati dubbi di legittimità costituzionale di un trattamento diverso a seconda dell’età. Analizzando invece l’impatto su chi potrà avvalersi della norma, gli effetti positivi sono tangibili e reali. Si consentirebbe infatti alle aziende di poter “provare” i giovani e al tempo stesso retribuirli. Un test fondamentale sia per il giovane stesso che in questo modo si confronterà con il mercato del lavoro dovendo dimostrare la propria professionalità, sia per le aziende le quali avranno la possibilità di sondare contemporaneamente la sostenibilità economica dell’operazione nel corso del tempo e le reali competenze della nuova forza lavoro. Altro aspetto nebuloso da sciogliere – anticipa il giuslavorista – è come le aziende effettivamente utilizzeranno la norma. I sindacati infatti potrebbero obiettare che il datore di lavoro ha in mano uno strumento per usare sempre i giovani a rotazione, senza garantire loro un inserimento effettivo e indeterminato nel tempo”.
In sostanze, le cose non cambierebbero poi in modo così tangibile. “Per quanto riguarda l’assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto – continua Daverio -, è impossibile non essere d’accordo, soprattutto se si analizza quanto attualmente siano complicate le misure di assistenza post-licenziamento in Italia. Sarebbe necessaria una grande semplificazione dell’iter assistenziale, e già la riforma Fornero andava in questa direzione. Rimangono però i dubbi sul finanziamento della misura e quindi sulla sua reale fattibilità. Dubbi di natura burocratica – spiega l’avvocato – anche sulla proposta dei corsi di formazione obbligatori per i disoccupati aventi diritto all’assegno di disoccupazione. L’idea di per se è buona ma è facile prevedere i rischi di speculazioni che ne farebbero automaticamente perdere l’efficacia”.
“Sulla tanto dibattuta semplificazione delle norme prevista dal Jobs Act – aggiunge l’Avv. Daverio – si gira attorno ad un falso problema: se infatti sia meglio fornire un’ampia gamma di forme contrattuali (apprendistato, lavoro intermittente, lavoro a progetto, lavoro a termine, tirocinio, ecc.) o al contrario sia meglio proporre un unico modello (lavoro a tempo indeterminato). La verità è che le forme giuridiche non creano posti di lavoro, che sono legati alla ripresa economica e alla fiducia degli investitori. Sia con una forma unica di lavoro, sia con molte forme – conclude Daverio – la fiducia degli investitori dipende dalla certezza del diritto, cioè dalla sicurezza che la forma contrattuale prescelta non sia inficiata da azioni legali, come invece oggi troppo spesso accade nella realtà”.
Lo Studio Legale Daverio&Florio è specializzato nel Diritto del Lavoro e nel Diritto della Previdenza Sociale e fornisce assistenza legale giudiziale e stragiudiziale in Italia e all’estero. Possiede uno specifico Dipartimento Studi, diretto dal Prof. Vincenzo Ferrante, associato di Diritto del lavoro presso la facoltà piacentina di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, che ha curato, fra l’altro, la realizzazione del “Codice Europeo del Lavoro”, la prima raccolta delle più importanti norme comunitarie relative ai rapporti di lavoro.