Svuotacarceri: liberi i boss
Il decreto svuotacarceri libera i boss. E' caos sul provvedimento di "Liberazione anticipata speciale". Tribunali in tilt e problema del sovraffollamento irrisolto
Il decreto del governo sui penitenziari, meglio conosciuto come “Svuota-carceri” sembra avere conseguenze disastrose. Favorirebbe infatti la scarcerazione di diversi capimafia e non solo.
“Fate un favore alla mafia”. Queste, sono le parole del procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita. “È molto peggio di un indulto e non risolve il sovraffollamento”. Ieri mattina si è tenuta una riunione in Commissione Giustizia alla Camera nella quale il procuratore di Messina ha sentenziato: “Avendo deciso di affrontare il sovraffollamento delle carceri rinunciando alla sanzione penale, il legislatore d’urgenza […] sembrerebbe avere scelto i soggetti da scarcerare tra i mafiosi e i più pericolosi […]”.
Tutta la polemica gira intorno alla “Liberazione anticipata speciale”, ovvero la norma che porta da 45 a 75 i giorni di sconto concessi ogni mese di detenzione dal 2010 in poi. A spiegare meglio le conseguenze, è ancora una volta Sebastiano Ardita: “La misura prevista dalla legge si applica a tutti i detenuti, 416 bis compresi, perché si basa come unico presupposto sull’opera della rieducazione […]; ma non risolverà il problema del sovraffollamento, problema per cui Strasburgo rischia di condannarci”. Il decreto, continua il procuratore, “non potrà che incidere in modo marginale […] e non usciranno di certo i poveri cristi (loro sì che sono stipati come bestie in celle 4×4 ndr.), ma verranno premiati – non si sa a fronte di cosa – coloro che sono stati condannati a pene lunghe (che guarda caso, posseggono celle doppie o al massimo triple… ndr.).”
Chi sarebbero i fortunati? In primis Salvatore “Totò” Cuffaro, accusato e condannato per favoreggiamento aggravato a sette anni e pronto ad avvalersi della discussa “Liberazione anticipata speciale”. Stesso destino potrebbe toccare a diversi altri boss della criminalità organizzata. Chi invece ha già usufruito del decreto svuota-carceri è il 34enne Nicola Ribisi, arrestato nel 2011 con l’accusa di aver riorganizzato la famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro. Un uomo che, parola degli investigatori, continuava a fare il suo sporco lavoro anche da dietro le sbarre. Grazie al nuovo decreto Ribisi è stato scarcerato. Lo stesso “roseo” destino è toccato al boss Carmelo Vellini. Non è piacevole scoprire inoltre che, dei nuovi benefici, ha usufruito anche Gilberto Caldarozzi, l’ex capo dello Sco condannato in via definitiva per le violenze durante il G8 del 2011 all’interno della scuola Diaz. Ora è ai domiciliari.
Ci si aspetta quindi un’immediata revisione del provvedimento perché in questo modo, il costo sociale di questa operazione ricadrebbe tutta su noi cittadini. Ma non solo… Una delle conseguenze già tangibili, è il tilt che si sta creando negli uffici di sorveglianza e in tribunale. I magistrati sono letteralmente sommersi dalle carte. Sono pervenute, per esempio, solo a Milano, 500 domande di liberazione anticipata e molte sono state presentate anche da detenuti con fine pena nel 2030!
Eppure la Cancellieri era stata avvisata del rischio di non poter sostenere l’impatto del provvedimento…
Svuotacarceri: liberi i boss
Il decreto svuotacarceri libera i boss. E' caos sul provvedimento di "Liberazione anticipata speciale". Tribunali in tilt e problema del sovraffollamento irrisolto
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