Pedofilia: Varsavia richiede informazioni sull’arcivescovo Wesolowski
L'arcivescovo polacco è accusato di aver abusato di minori mentre era diplomatico in Repubblica Dominicana. Padre Lombardi, capo sala stampa della Santa Sede: "Spetta agli organi del Vaticano giudicarlo"
La Chiesa cattolica torna a fare i conti con il problema pedofilia. Stando a quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, dalla procura distrettuale di Varsavia, dalla Polonia è arrivata la richiesta ufficiale di informazioni al Vaticano sullo status legale di Josef Wesolowski, l’arcivescovo ex rappresentante diplomatico nella Repubblica Dominicana accusato di aver perpetrato abusi sessuali su minori.
Le voci su Wesolowski hanno preso piede dopo che l’arcivescovo di Santo Domingo, il cardinale Nicols Lopez Rodriguez, aveva informato Papa Francesco delle accuse a carico del prelato polacco. Successivamente, l’arcivescovo polacco fu richiamato dal paese centramericano.
Adesso, per Wesolowski potrebbe paventarsi il rischio di essere processato da quattro tribunali: due vaticani, ma anche dai giudici della Repubblica Dominicana e da quelli della Polonia, poiché la legislazione polacca prevede la possibilità di perseguire reati di abuso compiuti dai propri cittadini in territorio straniero.
Sulla vicenda, intanto, si è espresso anche padre Federico Lombardi, capo della sala stampa del Vaticano. Lombardi ha confermato di aver ricevuto la richiesta di informazioni, ma nulla riguardante la possibile estradizione dell’arcivescovo Wesolowski, che peraltro gode dell’immunità diplomatica.
Padre Lombardi ha dichiarato: “Non c’è stata, ed è priva di fondamento, qualsiasi richiesta alla Santa Sede di estradizione e non si può parlare neanche di canali diplomatici. Contrariamente a quanto circolato in alcune notizie di stampa – ha proseguito Lombardi – non si può quindi assolutamente parlare di richiesta di estradizione”.
“Wesolowski – ha specificato il capo della sala stampa vaticana – è a disposizione dei superiori”, che indagano sul suo conto. Il prelato polacco è oggetto infatti dell’indagine condotta dalla Congregazione per la dottrina della fede e attende l’emissione del giudizio. A conclusione della propria nota, Lombardi ha ribadito che Wesolowski, essendo cittadino vaticano e in quanto parte del corpo diplomatico, può essere giudicato soltanto dagli “organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano, che stanno compiendo l’iter documentario e testimoniale necessario per il giudizio di loro competenza“.