Attualità Italiana

Lamberto Sposini, in tribunale la figlia contro la Rai

La figlia di Sposini e l'ex compagna del giornalista portano in tribunale la Rai per il ritardo nei soccorsi

Sono ancora molti i dubbi sulla vicenda che ha coinvolto Lamberto Sposini e il suo malore avvertito all’interno degli studi Rai nel mese di aprile 2011: da allora il giornalista ha dovuto subire prima un complesso intervento neurochirurgico e poi un lungo periodo di coma. In difesa del padre arrivano la figlia Francesca e l’ex compagna Sabina Donadio che hanno denunciato la Rai per aver fatto arrivare i soccorsi in ritardo.

Le due donne hanno deciso di agire per vie legali sulla questione che riguarda la vicenda Rai e hanno voluto denunciare la Rai come responsabile del ritardo dei soccorsi, giudicati inoltre inappropriati e poco tempestivi: due caratteristiche che possono aver danneggiato le condizioni di salute dell’ex conduttore de La Vita in Diretta.

Il Tribunale di Roma sta ora cercando di fare delle indagini approfondite volte a capire tutte le dinamiche avvenute quel giorno. La Rai dal canto suo, ha deciso di scaricare la propria responsabilità sull’ambulanza, che è arrivata dopo 40 minuti dalla chiamata di emergenza e ha portato il giornalista nell’ospedale sbagliato.

Il fattaccio è avvenuto il 29 aprile del 2011: Lamberto Sposini stava presentando un servizio a La Vita in Diretta quando si accascia improvvisamente al suolo perdendo i sensi. La puntata va avanti ma nessuno sa cosa sia successo nel dietro le quinte.

Gli atti del processo sostengono che il primo ad essere intervenuto è stato Daniel Toaff, che ha raggiunto l’infermeria chiedendo di un dottore: “Arriva, è senza il camice. Secondo alcuni testimoni ci avrebbe messo 15 minuti a raggiungere Sposini. Si scopre che è un odontoiatra”. Ma la Rai dice che un primo dottore arrivò subito, l’odontoiatra arrivò in un secondo momento.

A chiamare per primo l’ambulanza è uno spettatore delle trasmissione che chiama il 118 parlando di malore, quindi il caso passa a “codice giallo” e non emergenza. L’ambulanza ritarda anche per colpa del traffico. Libero ha scritto: Solo alla settima telefonata, che arriva alle 14.32, l’operatore del 118 riesce a farsi passare il medico. Viene compresa finalmente la gravità della situazione.«È un’urgenza assoluta, sennò mi muore qua sotto le mani», dice il dottore. Sono passati 27 minuti dall’ictus. L’unica ambulanza disponibile è a 5 chilometri”.

Ma la situazione della Rai è aggravata dal fatto che la telefonata dei soccorsi è fatta dagli amici di Sposini e non dagli operatori: “Il 118 è tempestato di telefonate: nessuna dalla Rai, sono gli amici di Sposini che fanno chiamare anche da polizia e carabinieri. All’arrivo in via Teulada, uno dei soccorritori spiega che sono partiti in ritardo perché hanno dovuto procurarsi una barella, dato che la loro era stata spostata come letto al pronto soccorso”.

Caricato in ambulanza, però, inizia il secondo dubbio: L’equipaggio porta Sposini al Santo Spirito. Ma il reparto di neurologia è chiuso dal 2010. Quando una tac accerta un’emorragia cerebrale viene trasferito al Gemelli, dove arriva il neurochirurgo Giulio Maria” che gli salverà la vita.



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