Renzi ai grillini: “Saremmo felici di confrontarci sulla legge elettorale”
Per il segretario del Partito Democratico gli appelli di Grillo sono diventati oramai "inutili", mentre attenzione va data ai parlamentari del Movimento 5 Stelle
Per Matteo Renzi le parole di Beppe Grillo sono “inutili“, ma non lo sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Ed è appunto a questi ultimi che il neosegretario del Partito Democratico ha rivolto ancora una volta un invito a collaborare per la riforma della legge elettorale.
Il tema nei giorni scorsi è stato oggetto di discussione all’interno del Movimento 5 Stelle, ma di aperture al dialogo non ne sono state fatte perché i grillini, con in testa il loro capo politico, giudicano inadatti tutti gli altri parlamentari in quanto ‘abusivi‘. Il riferimento va al pronunciamento della Corte Costituzionale che ha ritenuto incostituzionale il Porcellum. Tuttavia, c’è da dire che non solo il Movimento 5 Stelle, ma anche il Partito Democratico ha fatto le primarie per scegliere i candidati alle elezioni legislative e dunque entrambi gli schieramenti, seguendo il lessico dell’ex comico genovese, non sarebbero da ritenere “abusivi”.
Renzi è tornato oggi a parlare della questione: “[Beppe Grillo] Rinunci ai propri parlamentari, alle indennità che prendono, al contributo che il gruppo sta prendendo. Se sono così convinti diano il buon esempio“. Per il neosegretario Pd comunque il problema principale “non è l’abusivismo ma la legge elettorale che deve essere cambiata. E il modo migliore è farne una nuova. Gli appelli di Grillo – ha continuato Renzi – sono ormai sostanzialmente inutili, ma non i suoi parlamentari. Si è aperta una discussione se M5s sarà disponibile a ragionare saremo felici di confrontarci nel merito con loro“.
Il segretario del Partito Democratico poi ha lanciato una frecciata anche ad Angelino Alfano, che ieri aveva anticipato una frenata sui temi delle unioni civili e della riforma della Bossi-Fini: per Renzi, le ultime polemiche potrebbero essere il pretesto per stoppare anche la riforma elettorale.