Bimbi ritrovati sul Monte Livata, la mamma: “non sono un mostro”
Alexia Canestrari, la mamma dei due bambini ritrovati sul Monte Livata racconta le sue verità
Le cronache del giorno dopo l’avevano dipinta come un mostro, ma Alexia Canestrari, la donna che insieme ai due bambini che si era smarrita tra i boschi di Monte Livata, non ci sta e questa mattina ha risposto alle domande dei giornalisti. La 35enne ha raccontato nel dettaglio cosa è accaduto in quella mattinata, spiegando come la decisione di lasciare i due bimbi soli, nel gelo che attanaglia quella zona dell’appennino a un centinaio di chilometri da Roma, sia stata del tutto motivata da una scelta ragionata. «Rifarei quel che ho fatto – ha raccontato la donna. Se non mi fossi allontanata non ci avrebbero trovato, non avrei potuto dare aiuto e dire che stavano sotto il Gran Carro. Mi stavo ibernando. Col senno del poi, ai bambini avrei solo lasciato anche il giaccone». Alexia, matrigna del piccolo Manuel (5 anni) e madre di Nicole (4 anni e nata dalla relazione con Emanuele Tornaboni), ha raccontato di essere uscita casa con i due piccoli intorno alle 13.30 per farli giocare con lo slittino. Dopo un po’ di tempo trascorso a giocare con la neve, il piccolo Manuel avrebbe chiesto di andare a fare un giro nel bosco per vedere gli scoiattoli e per questo motivo i tre si sono allontanati e inoltrati tra la fitta vegetazione di Monte Livata. Dopo aver camminato un po’ ha raccontato di essersi accorta di trovarsi lontano dal luogo di partenza e, per questo motivo ha cercato una soluzione, anche perché i due bambini erano stanchi a causa della lunga camminata e affamati: «Abbiamo fatto una salita faticosa trascinando lo slittino e mangiato neve per resistere. In realtà mi stavo allontanando e a un tratto ci siamo ritrovati alla fine di un monte innevato. A quel punto non potevamo tornare indietro e ho proseguito nella speranza di trovare un centro abitato». Non avendo trovato nessuno in quella zona, la donna ha raccontato di aver deciso di lasciare i due bambini, insonnoliti e provati, mettendoli al riparo tra le rocce e gli arbusti. Dopodiché avrebbe iniziato a correre per cercare aiuto. La donna racconta che non riuscivano a individuarla, ma che alla fine si sono venuti incontro. “Ho indicato dove avevo lasciato i bimbi. Per fortuna ora la raccontano come un’avventura, anche se ogni volta che mi sentono piangono“.