Spagna, nuova legge restrittiva sull’aborto
Secondo i critici, la nuova legge del governo di Mariano Rajoy porta indietro il paese di almento trent'anni
Fa discutere la controriforma del governo spagnolo in materia di aborto. Il provvedimento preso dal governo di centrodestra guidato da Mariano Rajoy, secondo diversi commentatori, rischia di riportare indietro il paese di almeno trent’anni.
La nuova legislazione restringe la libertà per le donne spagnole di ricorrere all’interruzione della gravidanza, limitando la concessione ai casi di stupro e a quelli in cui vi sia un pericolo per la salute psicofisica della madre. Tutto il resto sarà fuori legge.
A dichiararlo pubblicamente è stato il ministro della Giustizia, Alberto Ruiz-Gallardon, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche la vicepresidente Santamaria e il ministro della salute Mato.
Tra le novità introdotte da questa nuova legge vi è quella del termine temporale entro cui la donna, nel rispetto dei casi sopraesposti, potrà ricorrere all’aborto: il limite massimo sarà la quattordicesima settimana di gravidanza.
L’intervento legislativo, secondo il governo, mira a preservare il diritto inalienabile di vita dei nascituri “perché il rischio per la salute fisica e psichica della donna non può essere considerato un pretesto per non proteggere la vita dei neonati”. La nuova norma cancella così i passi avanti fatti nel 2010 dal governo socialista di José Luis Zapatero: la legge Aido, infatti, prevedeva la possibilità di abortire entro le prime 14 settimane di gravidanza e fino alla 22esima nel caso di gravi malformazioni del feto, ma soprattutto dava alla donna la libertà di scelta sul proprio corpo.
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