Attualità Italiana

Legge di Stabilità, i sindacati non ci stanno: “Lavoratori e pensionati sempre più soli”

Non solo i Forconi a protestare. A piazza Montecitorio, i leader dei tre principali sindacati hanno incontrato il viceministro all'Economia Fassina: "Bisogna rilanciare il lavoro"

A scendere in piazza per protestare contro le politiche del governo Letta, in questi giorni non sono soltanto i Forconi ma anche i sindacati dei lavoratori. Obiettivo delle manifestazioni la legge di Stabilità, che rischia di inchiodare, a detta dei sindacati, il Paese a una crisi economica da cui difficilmente si potrà uscire se le decisioni rimarranno queste.
Ed è così che i segretari generali delle principali sigle sindacaliste, Cgil, Cisl e Uil, sono in piazza Montecitorio per ribadire davanti alla sede del Parlamento la necessità di ritornare sul lavoro, iniziando con il taglio delle tasse sul lavoro dipendente e sui redditi da pensione. Altre manifestazioni sono segnalate in diverse città italiane, da Bari a Torino.
Queste le parole pronunciate dal segretario Cgil Susanna Camusso: “La legge di stabilità (su cui nei giorni scorsi il governo Letta ha ricevuto la fiducia al Senato, ndr) non va bene perché non affronta il tema fondamentale, ovvero il poco reddito disponibile di lavoratori e pensionati che è una delle ragioni della continua recessione. La legge non determina quello choc all’economia che invece sarebbe necessario, si colloca in continuità con gli anni precedenti. Abbiamo chiesto misure che riguardano oggi e anche norme strutturali per gli anni prossimi attraverso il reperimento di risorse che vengono dalla lotta all’evasione, dalla tassazione delle rendite finanziarie e dal rientro dei capitali all’estero”. Il leader della Cgil si è poi mostrata scettica sul provvedimento che abolisce il finanziamento ai partiti: “È giusto andare a rivedere i costi della politica – ha dichiarato la Camusso – ma se ci si limita a questo e non si determina invece un cambiamento che sarebbe necessario nelle politiche economiche, allora non basta”.
A fare echeggiare il pensiero espresso dalla Camusso, anche il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: “La spending review e lotta all’evasione devono servire a ridurre le tasse ai cittadini, oppure la ripresa non la intercetteremo. Dobbiamo ridurre le tasse e restituire i soldi ai cittadini oppure non ce la faremo. Noi continueremo la battaglia fino all’ultimo esodato, siamo qui per batterci per tutti i cassintegrati”. Secondo Luigi Angeletti, segretario Uil, il ddl sulla stabilità “non fa nulla per sostenere la crescita economica e l’occupazione. C’è bisogno di una legge che inneschi la crescita“.
A scendere in piazza non sono solo i lavoratori, ma anche gli studenti: “Nonostante i molti proclami sulla necessità di ripartire dall’istruzione e dai giovani – ha dichiarato Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari –  nei fatti il governo continua nella politica di sottofinanziamento di scuola e università, cui ormai siamo abituati da anni di tagli. La legge di Stabilità lascia solo le briciole a scuola e università: rimane il blocco del turn-over, vengono stanziati pochi milioni in più per il finanziamento ordinario degli atenei e si taglia drasticamente il fondo per i contratti di specializzazione medica. Come se non bastasse, nessuna risorsa aggiuntiva è prevista per il diritto allo studio, su cui questo governo sta facendo peggio del precedente, tagliando circa 50 milioni di euro e mettendo a rischio migliaia di borse di studio”.
Secondo Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi, “per la scuola pubblica questa legge di Stabilità è un deserto. Si rifinanziano per oltre 200 milioni di euro le scuole paritarie ma nessuna ulteriore risorsa viene investita nel diritto allo studio dopo le briciole (15 milioni) stanziate nel dl istruzione; le nostre scuole cadono a pezzi ogni giorno, ma non si vogliono trovare risorse per un piano straordinario per l’edilizia scolastica”.
I leader dei tre sindacati hanno incontrato oggi il viceministro dell’Economia Stefano Fassina. All’incontro hanno presenziato anche alcuni esponenti di Confindustria.

 



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