Attualità Italiana

Berlusconi: “Capisco Craxi, ma io non scapperò all’estero”

L'ex senatore ha dichiarato di voler rimanere in campo, nonostante la decadenza. E sulla possibilità di arresto: "I giudici sanno che in Italia scoppierebbe la rivoluzione"

A dispetto della condanna definitiva per corruzione, dei molti processi sulle spalle in cui è accusato dei reati più disparati e della decadenza da senatore, Silvio Berlusconi continua a parlare da leader del centrodestra calamitando su di sé l’attenzione in un momento in cui la tensione sociale nel Paese è molto elevata e l’Italia non sembra più essere immune dalle ondate di proteste che negli ultimi anni hanno riguardato molte nazioni dell’Unione europea.
Che l’ex cavaliere abbia come modus operandi quello di utilizzare parole forti è cosa nota a tutti, quale sia però il peso delle ultime uscite pubbliche in rapporto con quanto sta avvenendo negli ultimi giorni è ancora tutto da vedere.
In un’intervista rilasciata a un’emittente radiofonica francese, l’ex senatore ha dichiarato di essere certo che se i giudici decideranno per il suo arresto, in Italia “ci sarà la rivoluzione“. Berlusconi ha specificato: “Non ho paura che mi mandino in prigione. Ma sarà difficile che lo facciano poiché avrei immediatamente con me la grande maggioranza del paese alle prossime elezioni”.
Successivamente, il capo di Forza Italia, nel corso di una presentazione di un libro su Bettino Craxi, ha aggiunto: “Ho letto le prime trenta pagine del libro, le altre mi riservo di leggerle quando sarò in galera“. Secondo Berlusconi, “siamo di fronte ad un quadro drammatico per il nostro Paese. Io ho una fotografia chiarissima della situazione: l’Italia non è piu’ una democrazia, la magistratura si è trasformata in un contropotere capace di sovrastare i poteri legislativo ed esecutivo“. Nella lettura dell’ex senatore, la decadenza di cui è stato oggetto è soltanto l’ultimo tassello di un’operazione nata venti anni fa: “Il Pd ha fatto un accordo con la magistratura per assassinare (politicamente, ndr) il leader del centrodestra“.
Berlusconi ha poi escluso di non voler emulare Craxi, lasciando l’Italia: “Non intendo abbandonare la lotta”. E la scelta di rimanere in campo è dedicata per l’appunto anche all’ex leader del Psi: “Capisco Bettino perché non c’era speranza alcuna, io invece sono intenzionato a continuare la lotta anche per lui“. E’ doveroso ricordare come nel 2000, la Corte di Cassazione non assolse Berlusconi dall’accusa di aver versato a Craxi una maxi tangente di oltre 22 miliardi di lire: dopo una condanna in primo grado, il reato fu prescritto per decorrenza dei termini.



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