Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: ecco cosa cambia
Dopo l'annuncio dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti da parte di Enrico Letta, vediamo cosa cambia
Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha annunciato ieri l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Letta ha affermato di aver mantenuto la parola, ma vediamo nello specifico cosa cambia con questa decisione. Per alcuni, Grillo in primis, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sarebbe una bufala, per altri, i filogovernativi, è una buona notizia. Forse la verità sta nel mezzo: con questa iniziativa si potranno risparmiare molti soldi pubblici, ma questo sistema “all’americana” rischia di far subire una forte influenza alla politica da parte di interessi privati. Scopriamo cosa cambia per capire bene. Venerdì 13 dicembre 2013 il Consiglio dei Ministri ha modificato il testo del disegno di legge sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, già approvato alla Camera il 16 ottobre e lo ha trasformato in un ddl (decreto di legge) che entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale: fra pochi giorni. Il decreto dovrà essere confermato da un voto alle camere entro due mesi circa o sarà abrogato. Il testo completo del decreto non è ancora stato pubblicato, quindi i contenuti non sono stati ancora del tutto chiariti. Vediamo, in base a cosa è emerso, come cambia il rimborso elettorale ai partiti. A partire dal 2014 i fondi erogati ai partiti saranno tagliati del 60%, nel 2015 del 50% e nel 2016 del 40%. Dal 2017 il finanziamento pubblico vedrà ottenuta la sua definitiva abolizione. Sarà una forma progressiva quella varata dal Governo italiano. Ecco da dove prenderanno i nuovi fondi le formazioni politiche. A partire dalla dichiarazione dei redditi di giugno 2015, gli italiani potranno decidere di versare il 2×1000 della loro imposta sul reddito ai partiti. Sarà possibile fare anche donazioni dirette ai partiti. I privati potranno donare fino a 300mila euro l’anno, con una detrazione pari al 52% per le donazioni tra i 500 e i 5mila euro e una detrazione del 26% per gli importi fino ai 20mila euro. Le persone giuridiche, (società ed enti) potranno dare fino a 100mila euro l’anno. Per poter ottenere donazioni private partiti dovranno avere bilanci certificati e accessibili sui propri siti. In Germania il finanziamento esiste da tempo ma viene chiesto un resoconto dettagliato a ogni formazione politica. In America, i partiti sono influenzati da interessi privati. Questo perché se uomini importanti fanno donazioni, “pretendono” in cambio favori riguardanti determinati interessi di settore. L’Italia, se da una parte ottiene un bel risparmio di denaro pubblico, rischia di peggiorare la già scarsa democrazia in vigore nel Paese. Quindi, questa decisione rimane controversa e non apprezzata all’unanimità.