Milano, ingegnere Fasiani muore nel rogo dei suoi libri: era solitario
L'ingegnere Bruno Fasiani è morto in solitudine nella sua casa di Milano, dove viveva con accumuli di libri, riviste e giornali. Era un uomo solitario e schivo
A Milano è morto l’ingegnere Fasiani in un rogo nel quale sono stati bruciati anche i suoi libri. L’86enne viveva da solo in una grande casa, e non aveva parenti. Aveva l’abitudine di andare tutti i giorni a prando da Rosso Fuoco. Era figlio di un luminare della chirurgia cerebrale, Gian Maria Fasiani, nato a Garessio (Cuneo) nel 1887. Dalla morte dei genitori l’ingegnere Fasiani viveva in solitudine. Ora la sua abitazione presenta solo cenere e macerie, a causa dell’incendio di pochi giorni fa.
Si trattava di una persona estremamente riservata e schiva a detta dei vicini, che parlano di lui come di un soggetto molto parsimonioso, proprio come era sua madre. Bruno Fasiani era un ingegnere edile come suo fratello. Era titolare di alcune società immobiliari. A quanto pare l’ingegnere Bruno Fasiani era un accumulatore di giornali, libri e riviste. Una gran mole di materiale che preoccupava i vicini, i quali più volte gli avevano chiesto di alleggerire il carico per paura che i solai potessero crollare. La casa versava in uno stato di abbandono, con i fili scoperti dell’impianto elettrico e con prese ormai troppo vecchie, che potrebbero essere alla base del rogo. Inoltre l’ingegnere era invalido, aveva una protesi ad una gamba e non cambiava abito da tempo, tanto da sembrare un barbone. Ora si procederà con il test del Dna come pura formalità per ufficializzare la morte di quest’uomo solitario. Non ha alcun erede. Ora di lui rimangono i suoi libri, bruciati nel rogo.
Una vita difficile, nonostante fosse benestante, fatta di solitudine e poche spese. Pochissimi i contatti con il mondo esterno e un tenore di vita a tratti misterioso. Questa la storia dell’ingegnere, che ha perso la vita nel rogo dei suoi libri.