Brunetta contro la Rai, attacca Floris e il suo stipendio
Brunetta non perde occasione per attaccare la Rai, e dopo Fabio Fazio si scaglia sullo stipendio di Giovanni Floris. Ecco perché
Brunetta si scaglia ancora una volta contro la Rai, e questa volta attacca Floris, sotto accusa per il suo stipendio. Poco tempo fa il presidente dei deputati di Forza Italia aveva criticato Fabio Fazio, nel corso di un’intervista a Che tempo che fa, per i soldi percepiti dall’azienda pubblica. Ma Brunetta non si accontenta, ed ora attacca Giovanni Floris. Sotto accusa sarebbe il fatto che l’amato conduttore di Ballarò abbia quadruplicato il suo stipendio.
Infatti, stando alle parole di Brunetta, Floris sarebbe stato legato all’azienda Rai da un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma nel 2007 il conduttore avrebbe chiesto di avere un nuovo contratto di lavoro autonomo in qualità di libero professionista, ottenendo il benestare da chi di dovere. Il punto è che da quel momento in poi il suo stipendio sarebbe lievitato e non poco, divenendo ben quattro volte superiore a quello precedente. Brunetta vuole fare chiarezza perché tale decisione non avrebbe fatto altro che gravare sulle finanze Rai, la quale avrebbe invece accettato il nuovo contratto di buon grado. Inoltre quest’ultimo prevederebbe l’obbligo di riassunzione di Floris alla scadenza. Ora Brunetta vuole fare luce sulla questione, e ha detto di aver depositato presso la Commissione di Vigilanza Rai un’interrogazione al riguardo. Il problema dipenderebbe dal fatto che l’accordo in questione conterrebbe sia le garanzie di un contratto di dipendenza indeterminato, sia i benefici di quello da libero professionista. Un vero schiaffo per i giovani precari, a detta di Brunetta.
Sicuramente in tal caso non sarebbe giusto, ma vogliamo considerare anche gli stipendi dei politici? E’ giusto che percepiscano tutti quei soldi lavorando praticamente part-time, senza risolvere nulla e continuando a mandare il Paese alla deriva? Chiediamo a Brunetta di far luce anche su questo tipo di “contratti” e di “stipendi”, al fine di garantire la trasparenza, l’equità, ma soprattutto la giustizia nei confronti di coloro che non hanno un lavoro, devono mantenere una famiglia, e dei giovani che non possono realizzarsi e costruire un futuro.