Attualità Italiana

Prato, rogo in una fabbrica in cui lavorano cinesi: un morto e tre feriti molto gravi

Ancora sconosciute le cause dell'incidente, i Vigili del Fuoco sono ancora alle prese con le fiamme. Nei giorni scorsi, una nota del Ministero del lavoro ha messo in luce la percentuale di aziende che violano le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro

Drammatico incidente alla periferia di Prato, nella zona dominata Macrolotto. Nelle prime ore di questa mattina un incendio si è sviluppato all’interno di un fabbricato gestito da alcuni cittadini cinesi.
Le prime notizie dal luogo dell’incidente parlano di un morto e di tre ustionati in gravi condizioni. A confermare lo stato dei feriti sono state fonti dell’azienda sanitaria locale, che hanno definito come “molto gravi” le situazioni dei tre, correggendo così le voci che in un primo tempo si erano diffuse su la loro avvenuta morte.
La fabbrica andata a fuoco è una ditta di confezioni di abiti. Stando alle prime testimonianze, le fiamme sviluppatesi hanno causato il crollo di una parte dell’immobile, quello utilizzato dal personale come dormitorio. Si tratterebbe di piccoli ambienti ricavati con pareti di cartongesso.
Al momento sono ancora al lavoro gli uomini dei Vigili del Fuoco, nel tentativo di domare e spegnere le fiamme. Nessuna notizia ancora sulle cause dell’incidente, né se al momento dell’incendio all’interno del dormitorio si trovassero altre persone; anche perché testimoni avrebbero dichiarato di aver sentito più volte urlare dall’interno del fabbricato.
Proprio negli scorsi giorni, indagini avviate dal ministero del Lavoro hanno consentito di verificare 202.379 posizioni lavorative (in diminuzione del 29,3% rispetto a gennaio-settembre 2012) con l’individuazione di 91.109 lavoratori irregolari, di cui 32.548 totalmente in nero (pari al 36% dei lavoratori irregolari, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno). Violazioni rispetto alle norme di prevenzione e sicurezza del lavoro sono state riscontrate in 24.316 aziende, pari al 25,8% delle aziende ispezionate, con una diminuzione di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012.

 

 



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