Guardia di Finanza: le truffe sottraggono allo stato più di 2 miliardi di euro
Le cifre impietose diffuse dalle Fiamme Gialle descrivono un paese in cui sempre più si pensa al proprio diretto tornaconto, senza tenere in alcun conto i danni causati alla collettività
Dopo la notizia dei giorni scorsi per le borse di studio vinte da finti poveri, fa scalpore leggere i dati forniti dalla Guardia di Finanza sui danni erariali provocati da funzionari disonesti. Allo Stato sarebbero stati sottratti 2 milardi e 22 milioni di euro, di cui soltanto per le truffe la bellezza di un miliardo e 358 milioni. Tantissimi sono stati i dipendenti pubblici denunciati, 5.073; ma a conti fatti si tratta comunque di una piccola percentuale rispetto al totale delle persone che lavorano per lo Stato, ovvero circa 3 milioni di dipendenti.
Tra queste truffe, vi sono anche quelle di chi si spaccia per povero così da poter usufruire di servizi e benefici che altrimenti non avrebbero diritto di ricevere alle stesse condizioni. In tal senso, il dato parla di decine di migliaia di persone che godono di benefici immeritati, grazie a dichiarazioni false.
Nello specifico, su 8.000 controlli, in ben 2.500 casi gli uomini della Guardia di Finanza si sono trovati di fronte a persone che godevano di prestazioni sociali agevolate, pur non avendo i requisiti per richiederle. Tra i servizi più abusati vi sono: l’utilizzo di corsia preferenziali per l’accesso agli asili e ad altri servizi per l’infanzia, la diminuzione della spesa per la mensa scolastica, i buoni libro e le già citate borse di studio. Ma a essere state interessate dall’attenzione di questi accattoni soltanto nell’animo sono stati anche i servizi socio sanitari a domicilio e le agevolazioni per le utenze di luce e gas.
Passando al settore previdenziali, le frodi ammontano a più di 77 milioni di euro e riguardano perlopiù la corresponsione dell’assegno sociale a favore di extracomunitari fittiziamente residenti, ma anche l’indennità devoluta a falsi invalidi e i sostegni alla disoccupazione per finti braccianti agricoli, per finire con le pensioni elargite a persone passate già a miglior vita.
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