Dal Mondo

Nucleare Iran, la rabbia di Israele: “Da oggi il mondo è un luogo più pericoloso”

Mentre da più parti, compresi gli Stati Uniti, arriva la soddisfazione per l'apertura di Teheran al monitoraggio internazionale sugli sviluppi del nucleare, Tel Aviv non ci sta e ribadisce: "Israele si difenderà"

A poche ore, dall’annuncio dell’accordo raggiunto a Ginevra, in Svizzera, tra il governo iraniano e il gruppo dei 5+1 sulle condizioni che dovranno essere rispettate, affinché Teheran possa continuare a lavorare sull’energia nucleare, da Tel Aviv arriva una risposta rabbiosa e in dissonanza rispetto a quanto dichiarato dai principali governi della comunità internazionale, tra cui quello degli Stati Uniti.
Alla soddisfazione espressa dal ministro degli esteri iraniano Zarif, rappresentante di Teheran a Ginevra, è quindi conseguito il forte disappunto del governo israeliano che per bocca del primo ministro Benyamin Netanyahu ha fatto sapere: “Oggi il mondo è più pericoloso“. Netanyahu ha definito come un errore storico la decisione secondo la quale l’Iran potrà fare affidamento alla tecnologia nucleare per finalità economiche e non militari, e ha aggiunto che l’intesa sarebbe stata raggiunta per mezzo “dell’inganno dell’Iran”. Il premier ha poi voluto chiarire che “Israele si difenderà: non consentiremo all’Iran di sviluppare una capacità nucleare militare“.
Da Teheran, invece, è arrivata la viva soddisfazione del neopresidente Hassan Rohani che, commentando i risultati dell’incontro, ha detto: “L’accordo rispetta i diritti nucleari di Teheran, cioè il diritto di mantenere un programma nucleare“.
Come già detto, una lettura positiva della riunione è stata fornita anche da Washington. A tal proposito il segretario di stato degli Stati Uniti, John Kerry, ha commentato l’accordo con soddisfazione: “L’Iran ha acconsentito a un monitoraggio internazionale senza precedenti». L’Iran proseguirà nel suo programma nucleare «ma ciò non significa che mantiene il diritto all’arricchimento dell’uranio”.
Per l’Italia è intervenuto il ministro degli Esteri Emma Bonino che ha dichiarato: “Si tratta di un primo passo essenziale verso la ricostruzione di un clima di fiducia“. La Bonino poi ha voluto invitare alla moderazione specificando che “in passato abbiamo visto tante partenze false e la prudenza è d’obbligo. Siamo all’inizio di un percorso negoziale con numerose incognite ma se si dovesse concludere positivamente, come tutti auspichiamo, si potrebbero schiudere nuove prospettive di pace nella regione medio orientale”.

 



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