Attualità Italiana

Mestre: rocciatori francesi per pulire le vetrate dell’ospedale

A Mestre dei rocciatori francesi sono stati pagati profumatamente per pulire le vetrate di un ospedale. La cifra spesa è di 270 mila euro

270 mila euro in due anni. E’ questa la cifra pagata in cambio del lavoro svolto da un gruppo di rocciatori francesi. I rocciatori, infatti, sarebbero stati ingaggiati per pulire le vetrate dell’ospedale dell’Angelo. Si tratta di un gruppo di esperti facenti parte della società «Air process Méditerranée » e che sono stati “affidati” alla Sodexo, la multinazionale gestisce le pulizie presso il polo di Mestre.Il prezzo per il loro servizio è di 30 mila euro a intervento, una cifra da moltiplicare ovviamente per tre volte a partire dal 2009 per i 12 mesi successivi. Tali rocciatori, professionisti di grattacieli e aeroporti, a turno si calano lungo i 7 mila metri della struttura di vetro per pulire a fondo lo sporco. Come? Passando prima un rullo imbevuto con una sostanza sgrassante e poi un tergivetro. Risultato brillante si, ma non c’era bisogno di scomodare dei rocciatori per fare un lavoro del genere, e soprattutto a quel prezzo.
Una spesa di quasi 300 mila euro, esclusivamente per la pulizia di un vetro. L’Usl 12 veneziana ha comunicato che: «L’operazione è a carico di “Veneta Sanitaria”, il concessionario del project che ha costruito l’ospedale e si è preso l’impegno di garantire il servizio. Questo secondo i capitolati concordati con noi e secondo gli standard da noi stabiliti». L’Usl continua sostenendo che la pulizia viene effettuata sulla base delle necessità richieste dalla struttura e anche come conseguenza degli eventi atmosferici che influiscono sporcando le vetrate.
“Un vero spreco”, secondo il pensiero del governatore Luca Zaia.  «E’ ora di abbandonare i progetti di edilizia ospedaliera che comportano sprechi insostenibili – afferma il presidente del Veneto – In modo particolare parlo delle grandi hall e degli spazi commerciali. Gli edifici pubblici devono essere semplici e fruibili.  Secondo Zaia, infatti, si tratta di soldi che si potrebbe utilizzare in modo diverso, come ad esempio investirli sull’acquisto dei macchinari  e dell’alta tecnologia, fondamentali per la cura dei malati dell’ospedale.



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