Haiyan: continua il dramma nelle strade, tra cadaveri e ospedali che non funzionano
E' stato identificato il corpo dell'italiana morta nelle Filippine: di origine filippina, viveva da 24 anni in Italia. E' morta, intanto, la bambina nata cinque giorni fa
Nonostante il tifone Haiyan abbia abbandonato le Filippine già diversi giorni fa, la situazione nel paese del sud-est asiatico rimane gravissima. Il tifone, che ha provocato migliaia di vittime – secondo alcune stime, i morti sarebbero circa diecimila -, ha messo in evidenza tutte le fragilità di una nazione che in larga parte è caratterizzata da villaggi e città in cui le condizioni di vita, già in periodi di tranquillità, non sono facili.
Diverse testimonianza parlano di cadaveri ancora per strada e di ospedali che faticano a far fronte alle ingenti richieste di soccorso. Nelle ultime ore è arrivata anche la notizia della morte della bambina nata cinque giorni fa, proprio dopo il passaggio del tifone. La piccola non ce l’ha fatta per via del mancato funzionamento di un respiratore, a causa dell’interruzione della corrente elettrica.
E’ stata, nel frattempo, resa nota l’identità della cittadina italiana che è morta. La conferma dell’avvenuto decesso era stata confermata ieri dal ministro degli Esteri Emma Bonino: si tratta di Loreta Emnas, una donna di orgine filippine che da ventiquattro viveva in Friuli, dove aveva sposato un italiano. La vittima, tuttavia, tornava spesso a trovare i propri familiari nelle Filippine.
Si fa sempre più grave il bilancio delle inondazioni che stanno colpendo il Vietnam, il secondo paese colpito dal tifone Haiyan. Stando alle stime fornite dalle autorità vietnamite, il numero dei morti è salito a 28, a cui vanno aggiunti nove dispersi. Sono 80.000, invece, gli sfollati. Nonostante Haiyan abbia perso forza con il passare dei giorni, l’arrivo in Vietnam ha comunque provocato numerosi alluvioni, come quelle registrate nella provincia di Quang Ngai, dove il livello delle acque si è innalzato a tal punto da sommergere intere abitazioni. Oltre ai danni provocati alle persone, a essere messa a rischio è anche la produzione di caffè, principale prodotto di esportazione per il Vietnam.