Ecomafie, la profezia di Schiavone: tra 20 anni moriranno tutti di tumore
Carmine Schiavone e la profezia. Entro 20 anni gli abitanti dei comuni del Casertano rischiano di morire di tumore
Carmine Schiavone, pentito, nel corso dell’audizione davanti alla commissione parlamentare sulle Ecomafie con le sue confessioni ha fatto crollare il clan dei Casalesi. L’operazione Spartacus risale a due anni prima. La Camera ha deciso di rendere pubbliche le dichiarazioni del cugino di Francesco «Sandokan», grazie ad un’operazione di trasparenza disposta dalla presidente Laura Boldrini e dalla presidente della Commissione Ambiente Marina Sereni.«Entro venti anni gli abitanti di numerosi comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro», aveva detto Schiavone, come se fosse quasi una profezia la sua. Purtroppo la profezia di Schiavone si è avverata per conferma dei fatti. Le ricerche del Cnr e del Pascale, eseguite dal ministero della Salute, descrivono, infatti, un forte aumento della mortalità per tumori nelle province di Napoli e Caserta, con particolare riferimento al traffico illegale di rifiuti nocivi. Nel corso della sua audizione, Schiavone cita i nomi dei referenti del clan per gli affari nello smaltimento illegale dei rifiuti: Cipriano Chianese, a capo della Resit, e il suo socio Gaetano Cerci. Si tratta di coloro che continueranno a fare affari con lo Stato negli anni successivi, quando l’emergenza rifiuti diventerà più grave. Per quanto riguarda gli enormi profitti ottenuti smaltendo i rifiuti tossici, ovvero oltre 600 milioni di lire al mese, Schiavone aggiunge particolari sulle coperture ai più alti livelli garantite all’organizzazione criminale. «Il nostro era un clan di Stato… La mafia e la camorra non potevano esistere se non era lo Stato... Se le istituzioni non avessero voluto l’esistenza del clan, questo avrebbe forse potuto esistere?», dichiara Schiavone. Il pentito racconta che il potere del clan crebbe anche perché gestivano il ciclo di smaltimento dei rifiuti: «In tutti i 106 comuni della provincia di Caserta noi facevamo i sindaci, di qualunque colore fossero. (…) socialisti, democristiani, ma anche comunisti se serviva».