Scontri e paura a Roma: bombe di carta e barricate, assediati ministeri
Scontri violenti a Roma durante la manifestazione No Tav. Bombe carta tra i manifestanti e assalto ai ministeri.
Giornata di grande tensione ieri a Roma in occasione della manifestazione No Tav anche da parte di gruppi antagonistri come quelli di lotta per la casa. La manifestazione non ha tardato a trasformarsi in un vero e proprio assalto ai ministeri. Bombe carta tra i manifestanti contro i blindati e scontri violenti. La manifestazione era iniziata in modo tranquillo, poi la situazione è peggiorata quando alcuni manifestanti incappucciati hanno cominciato a lanciare bome carta contro i blindati schierati davanti il ministero dell’Economia.
Fumogeni e pedardi lanciati contro il dispositivo della Guardia di finanza che protegge l’edificio del ministero. Uno dei manifestanti al megafono ha detto: «circonderemo il palazzo da tre lati. Sarà assedio».
Otto le persone ferite tra le forze dell’ordine: carabinieri, finanzieri e poliziotti. Un ispettore di polizia, invece, è stato colpito da un infarto. Il corteo si è poi spostato verso Porta Pia, dove sarebbe culminato anche lì in una grande tensione. Lanciate tre bombe carta e bottiglie contro le forze dell’ordine a presidio del ministero delle Infrastrutture.
Nel frattempo, il ministro Angelino Alfano ha espresso apertamente la sua condanna nei confronti di tali episodi di violenza e ha ringraziato il lavoro svolto dalle forze dell’ordine per la grande professionalità dimostrata.
Trovate spranghe e catene lungo il percorso del corteo degli antagonisti che erano nascosti dietro cespugli e sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine. Il corteo era partito con quasi un’ora e mezza di ritardo. Tra i partecipanti presente anche Erri De Luca. Intorno alle 16,15 la testa del corteo è arrivata a Santa Maria Maggiore mentre la coda si trova ancora a San Giovanni. La piazza inizia ad affollarsi. In testa al corteo vi erano i Movimenti per il diritto all’abitare dietro lo striscione «Contro precarietà e austerità organizziamo la nostra rabbia»