Mafia: sequestrati beni di Messina Denaro per un valore di 38 mln
Sequestrati beni per un valore di 38 milioni di euro che riconducono al boss latitante Matteo Messina Denaro
Duro colpo al patrimonio del superboss latitante Matteo Messina Denaro. Sequestrati beni per un valore di 38 milioni di euro, che riconducono al boss latitante Matteo Messina Denaro e alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. A sequestrare i beni sono stati i Caribinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani. Il tribuna di Trapani, su richiesta della Dda di Palermo, ha emesso un provvedimento legato a indagini che conducono all’arresto di esponenti dell’organizzazione criminale. Sono state sequestrate aziende olearie, attività commerciali, abitazioni, terreni e numerosi rapporti bancari, distribuiti tra le province di Trapani, Varese e Milano.
Sonia Alfano, presidente della Commissione antimafia del Parlamento europeo, ha esplicitamente espresso il suo parere su Messina Denaro: «Il boss superlatitante Matteo Messina Denaro è un quaquaraquà!». E’ quanto affermato dal presidente della Commissione antimafia qualche giorno fa a Marsala, in occasione di un convegno in cui le tematiche erano mafia e legalità, organizzato dalla locale associazione Antiracket. Sonia Alfano, davanti a una platea di studenti delle scuole superiori, ha riferito che: «Non può essere definito che quaquaraquà uno che si nasconde, uno che non ha il coraggio di esporsi in piazza e confrontarsi con gli altri».
Matteo Messina Denaro è uno dei latitanti più ricercati nel mondo. Soprannominato “Diabolik”, è considerato ai vertici dell’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”.
Tra le altre operazioni contro la criminalità organizzata in Sicilia, non vi è solo quello contro i i beni di Messina Denaro.
Sono stati arrestati dai carabinieri anche l’amministratore delegato della Fip di Padova, Mauro Scaramuzza, e Gioacchino Francesco La Rocca, figlio del capomafia detenuto “Ciccio”, nell’ambito di un’inchiesta su un appalto pubblico da 140 milioni di euro per la “variante” Caltagirone. Arrestati su richiesta della Dda della Procura di Catania, sono accusati di reati di di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni e concorso esterno in associazione mafiosa.