Epatite E, aumentano i casi in Gran Bretagna: la trasmettono i maiali
In Gran Bretagna si registra un aumento dei casi di epatite E, che molto probabilmente deriva dagli animali
In Gran Bretagna aumentano i casi di epatite E. Il Dipartimento inglese per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali, nell’ultimo rapporto, ha posto l’attenzione sull’epatite E, che a quanto pare ogni anno colpisce nuovi soggetti, circa 20 milioni, in tutto il mondo. Nella stessa Gran Bretagna vi è stato un aumento rilevante di casi di epatite E. Essa si diffonde soprattutto bevendo acqua contaminata da feci. Il virus dell’epatite E può essere trasmesso a partire dagli animali, soprattutto i maiali. A rischio è anche la contaminazione proveniente da pollo e tacchino.
Il contagio da parte degli animali scientificamente viene definito zoonosi: a quanto pare l’epatite E si diffonde soprattutto nelle persone maggiormente a contatto con essi. Raramente dal contagio degli animali scaturisce un’infezione acuta, ma piuttosto si parla di infezione subclinica. L’epatite E nella maggior parte dei casi non comporta sintomi. A dirlo è Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Ad accendere un campanello d’allarme sull’epatite E potrebbero essere la perdita dell’appetito, la stanchezza cronica, feci chiare, urine scure, la comparsa di febbre e di ittero cutaneo.
E così in Gran Bretagna l’epatite E sta prendendo sempre più piede, con un aumento dei casi del 39,5% tra il 2011 e il 2012. Il 70% delle nuove persone affette da epatite E afferma di non essersi allontanata dal proprio Paese, e si tratterebbe quindi di casi autoctoni. Attualmente non sono presenti contaminazioni dell’acqua, e quindi sotto accusa è il consumo di carne di maiale. Sta di fatto che l’epatite E, la più sconosciuta della famiglia delle epatiti, sta facendo registrare un aumento dei casi in Gran Bretagna, ed è importante scoprirne le cause.