Metodo stamina, Sofia: la paura della mamma per il reclamo e l’udienza
Udienza fissata al 12 ottobre ma il legale della madre chiede il rinvio. Gli Spedali di Bresci hanno presentato il reclamo
Presentato il reclamo da parte degli Spedali di Brescia contro il provvedimento del giudice di Livorno Francesca Sbrana, il quale autorizzava a proseguire nella somministrazione relativa al metodo Stamina per la piccola Sofia. La mamma di Sofia ha paura per la sua bambina, pensa ad un accanimento nei suoi confronti.
L’udienza è stata fissata al 12 ottobre, riferisce la mamma di Sofia, Caterina Ceccuti, ma il legale della famiglia ha chiesto un rinvio. “Non capisco questo accanimento nei confronti di una bambina sofferente. Sofia è stata sottoposta al trattamento non con la continuità e la regolarità dovute a causa dei diversi pronunciamenti dei giudici. Ora avevamo raggiunto un po’ di tranquillità dopo il pronunciamento del giudice Sbrana. Le infusioni non hanno mai provocato effetti collaterali ma, ogni volta, c’è stato qualche piccolo miglioramento. D’altra parte che alternativa ci viene offerta? Nulla”. Sono le parole di Caterina Ceccuti, mamma di Sofia. Nel frattempo, l’udienza è stata fissata per il 12 ottobre, ma il legale della famiglia di Sofia ha chiesto il rinvio. Sarà un collegio composto da tre giudici a stabilire la conferma o modifica del provvedimento del giudice di Livorno.
Maria Pia Locatelli, deputata del Partito socialista ha riferito: “Ho ritenuto opportuno presentare questa interrogazione, date tutte le criticita’ emerse sul fantomatico metodo Stamina di Vannoni e Andolina, di sollecitare una risposta dalla Lorenzin, che si è mostrata particolarmente sensibile al problema. Non possiamo far attendere la comunità scientifica e continuare a dare false speranze ai malati e ai loro parenti. E non possiamo permetterci di buttar via soldi pubblici”.
A sostegno dell’iniziativa della Locatelli vi è Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. “In Italia ci sono ottimi ricercatori che hanno bisogno del sostegno politico, sociale e finanziario per i loro studi in laboratorio – riferisce Gallo – si potrebbe destinare la somma stanziata per la sperimentazione Stamina, 3 milioni di euro, alla ricerca scientifica che rispetta le regole. Questo è il miglior modo anche per tutelare le migliaia di malati che aspettano una risposta e cure certe”.