Attualità Italiana

Famiglia Battisti porta via da Molteno le spoglie di Lucio

La famiglia Battisti sposterà le spoglie di Lucio da Molteno a Rimini. Decisione presa dopo una serie di polemiche con l'amministrazione

«Fuggire via da te, Brianza velenosa». Cantava già così Lucio Battisti nel 1980. Ma alla fine non era mai andato via. Dopo una serie di polemiche e tensioni scaturite e proseguite per anni tra la famiglia Battisti e l’amministrazione comunale, la moglie del defunto cantautore, Grazia Letizia Veronese, e il figlio Luca, hanno scelto di spostare le spoglie del padre da Molteno. E’ già fissata per venerdì, infatti, l’abbandono della campagna lucchese per raggiungere il cimitero di Rimini. I due figli di Lucio hanno acquistato proprio a Rimini due appartamenti in uno dei palazzi che si affacciano sul porto.

Il sindaco di Molteno, Mauro Proserpio, esprime il suo parere in merito alla vicenda durante alcune dichiarazioni rilasciate al quotidiano “La Provincia di Lecco”: “Non posso certo smentire, ma mi sono impegnato alla massima riservatezza. Come ho già avuto occasione di dire, nel nostro cimitero non c’è il cantante, c’è un uomo morto peraltro prematuramente”. Secondo Proserpio, infatti, la scomparsa di Battisti è già stata abbastanza spettacolarizzata. Già da un po’ di tempo la famiglia del defunto era intenzionata ad avvicinare le spoglie del congiunto, dal momento che non vivono più nel paese. “Mi sento di escludere un nesso con la recente sentenza – prosegue il sindaco – anche se per noi del paese quella tomba era solo un luogo per andare a pregare, non certo un simbolo feticista, come quelli che si vedono nei cimiteri dove riposano le star”.

Alberto Radius, collaboratore di Battisti in molti suoi album, ha affermato, invece, che avrebbe portato via Lucio da Molteno molto tempo fa: «Il pubblico ti ama e non si accorge quando passa il limite. Nel caso degli artisti che non ci sono più è un peso che grava sulle spalle di chi resta a gestire la loro pesante eredità. Al festival di Molteno ho cantato anch’io, due volte. Ma non lo rifarei: Lucio non avrebbe gradito un memoriale».



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