Dal Mondo

Stoccolma, scarcerato serial killer cannibale: si era inventato tutto

A Stoccolma un serial killer incarcerato per anni viene rilasciato. È stato appurato che la confessione dell’uomo degli oltre 30 delitti compiuti fosse falsa: l’uomo si era inventato tutto

A Stoccolma è stato scarcerato un serial killer cannibale. La motivazione? Si era inventato tutto. Questa è la storia di Sture Bergwall (alias Thomas Quick). L’uomo è stato rinchiuso nel manicomio criminale di Sater dopo aver spontaneamente confessato i suoi efferati crimini. Bergwall, infatti, si è appropriato di una serie di delitti e atti di cannibalismo perpetrati in Svezia per diversi anni. Delitti che hanno ricordato quelli degli ultimi best sellers di stampo svedese. Ben 30 le vittime che fino a pochi fa sono state attribuite a Bergwall, ex infermiere dipendente da droghe e psicofarmaci. Ci è voluto del tempo prima che l’uomo fosse ritenuto attendibile dagli inquirenti: le sue confessioni riportavano stralci di prove effettivamente riscontrate e altre completamente inventate. In seguito, l’uomo ha fornito indizi sempre più precisi per aiutare le forze dell’ordine a ritrovare alcuni corpi sepolti. A quanto pare, però, lo stesso Burgwell ha ammesso di aver fornito prove reali poiché casualmente giunto a conoscenza di alcuni elementi dell’indagine. Dunque, Bergwall voleva essere incarcerato. Forse era alla ricerca di notorietà, o forse i suoi problemi mentali hanno contribuito alla sua confessione. Gli avvocati dell’uomo, invece, hanno affermato che all’uomo sono state estorte confessioni contro la sua volontà. Lo steso Bergwall, apparso come improvvisamente rinsavito, si è pentito delle sue false dichiarazioni e si è scusato con i familiari delle vittime, ammettendo di provare un profondo dispiacere.  Un caso che sembrava risolto, torna di nuovo al punto di partenza. Se non fosse per le false confessioni del falso serial killer cannibale Bergwall, la vicenda ricorda da vicino l’indagine rimasta incompiuta sul killer americano noto come Zodiac.



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