Perde l’azienda al videopoker: licenzia dieci dipendenti
Un imprenditore di Treviso cerca di slavare l'azienda giocando al videopoker. Risultato: azienda perduta e dieci dipendenti licenziati. Le vittime della ludopatia sono in aumento esponenziale in Italia
Protagonista di questa vicenda triste e per certi versi drammatica è un imprenditore di un comune della provincia di Treviso. Una storia solo apparentemente assurda che unisce il vizio del gioco al videopoker, una piccola azienda in difficoltà e il destino di dieci dipendenti, dieci famiglie che si ritrovano improvvisamente senza lavoro, senza uno stipendio. Un altro sintomo, oltre che di un problema individuale sempre più diffuso, il videopoker appunto, anche della grave crisi economica e di prospettive che sta attanagliando il nostro paese. L’azienda di questo imprenditore, di cui per privacy non riveleremo il nome, aveva cominciato a subire, come tantissime altre in Italia, i morsi della crisi economica che da ormai un triennio sta falcidiando le piccole e medie imprese del nostro paese, vero motore e cuore pulsante dell’economia italiana, lasciando imprenditori senza attività e lavoratori senza stipendio con cui mantenere le famiglie. Ci troviamo a raccontare tutti i giorni storie di imprenditori che non trovano vie d’uscita e sono costretti a chiudere l’azienda, a licenziare dipendenti, a volte, purtroppo sempre più spesso, con risvolti drammatici di suicidi e drammi familiari.
Questo imprenditore di un piccolo comune della provincia di Treviso invece non ha trovato di meglio da fare che affidarsi alla fortuna, sperperando le risorse di cui disponeva nelle famigerate macchinette del videopoker, vera e propria droga del terzo millennio, e un pò anche del secondo, che proprio come le droghe tradizionali, fa precipitare la vittima in un tunnel da cui non è più capace di uscire, se non con una grande forza di volontà e l’aiuto specializzato di psicologi e spicanalisti. Il risvolto drammatico della storia, è che l’aiuto a questo imprenditore è arrivato troppo tardi: il videopoker gli aveva ormai prosciugato tutte le risorse, l’azienda è andata perduta e i suoi 10 dipendenti hanno perso il lavoro, ritrovandosi sul lastrico, per la crisi certo, ma anche per il videopoker.
Lo conferma anche il primario del SerT, il Servizio Tossicodipendenze, della Usl di Treviso, Germano Zanusso: “Cercava di risolvere i problemi e di risollevare i bilanci dell’azienda giocando, ma ha speso tutte le riserve che aveva a disposizione“. La ludopatia, il gioco d’azzardo patologico, miete sempre più vittime in Italia, proprio per via della crisi economica, spingendo chi è già in difficoltà a spendere, e quasi sempre disperdere, le poche risorse rimaste scommettendo sulla possibilità di sistemarsi per sempre. Solo al SerT di Treviso, i casi sono aumentati esponenzialmente in pochi anni, passando da 4 a 92.
Le vittime non solo imprenditori, il gioco d’azzardo patologico, che rigurda il famigerato videopoker ma anche giochi apparentemente più innocenti come il lotto o i gratta e vinci, attraversa serenamente tutte le classi sociali e le categorie professionali, mietendo ovviamente più vittime là dove le difficoltà sono già elevate. Recente, sempre al SerT di Treviso, il caso di una mamma di famiglia arrivata a rubare i soldi dal salvadanaio della figlia per giocare. E’ stata la stessa figlia a rivolgersi al Servizio Tossicodipendenze per chiedere aiuto.