Processo Ruby bis: condannati Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede
Interdizione perpetua dai pubblici uffici per Emilio Fede e Lele Mora e sette anni di carcere, solo 5 anni per la Minetti. Oggi a Milano la sentenza del processo Ruby Bis ha stabilito la colpevolezza degli imputati
Si è concluso oggi il processo Ruby Bis che vedeva sul banco degli imputati Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede, tutti accusati di favoreggiamento e induzione alla prostituzione, anche minorile, tutti condannati. L’accusa aveva richiesto per tutti una condanna a 7 anni di carcere e così è andata per l’ex talent scout delle star e il giornalista, 5 invece gli anni di carcere per Nicole Minetti, ex igienista dentale ed ex consigliera regionale in Lombardia.
Riconosciuti quindi come colpevoli i tre imputati nel processo Ruby Bis. È stata questa la decisione della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, collegio presieduto da Anna Maria Gatto. Per Lele Mora ed Emilio Fede quindi sono 7 gli anni di carcere, solo 5 per la Minetti. Per i primi due, insieme alla condanna, è scattata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, anche in questo caso l’ex igienista dentale se l’è cavata con meno, la Minetti dovrà stare lontana da uffici pubblici e cariche solo per i prossimi 5 anni.
Sono in totale 34 le giovani che sembrerebbero essere state coinvolte nel giro di prostituzione messo in piedi nella villa di Arcore e che avrebbero partecipato alle famose cene incriminate e i successivi festini definiti “bunga bunga”. Laute ricompense per le ragazze che prendevano parte agli eventi, tra queste, anche Ruby. Mora e Fede sono stati definiti gli “assaggiatori” dal Pm nella sua requisitoria, coloro che decidevano se una ragazza poteva essere immessa nel circuito oppure no. La Minetti, secondo l’accusa, aveva il compito di reclutarle. Ma non solo: secondo l’accusa l’ex consigliera per prima avrebbe offerto ai presenti prestazioni sessuali a pagamento.
La sentenza è arrivata a meno di un mese di distanza da quella che condanna Silvio Berlusconi a 7 anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici con l’accusa medesima di sfruttamento della prostituzione minorile nell’ambito del processo cardine che lo vede coinvolto in seguito alla bomba esplosa con il Caso Ruby.
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