Obama nella bufera: niente privacy su Google, Facebook e Skype
Dopo lo scandalo del caso Verizon, emergono nuove verità sul controllo che l'intelligence americana esercita anche sulla rete: 9 provider di servizi internet sarebbero parte di un programma che consente all'NSA di ottenere dati sensibili su chi usa la rete
Non accenna a posarsi il polverone sollevato dall’articolo di ieri del Guardian, mentre continuano ad emergere informazioni sul controllo esercitato dai servizi d’intelligence americani sugli amati Google, Facebook e Skype; stavolta è il Washington Post che attacca l’amministrazione Obama, rivelando una serie di accordi fra la NSA, l’agenzia per la sicurezza nazionale che si occupa in modo particolare di spionaggio elettronico e simili; secondo le rivelazioni del popolare quotidiano d’oltre oceano, esisterebbe un vero e proprio accordo fra una serie di 9 società che forniscono servizi internet e l’agenzia di intelligence che ha così la possibilità di estrarre dati di ogni tipo, dalle foto all’audio e ai video, dai server di quelle società, esercitando un controllo praticamente capillare sulla vita delle persone, tanto più stretto ovviamente quanto più le persone stesse dipendono dalla rete. Tutto comincia con la scoperta di un nuovo programma governativo, denominato Prism, inaugurato dal 2007 in collaborazione con Microsoft e che prende le orme da un iniziativa simile voluta dal presidente Bush jr. al tempo degli attacchi dell’11 settembre 2001; le società attualmente coinvolte nel programma sono Aol, Yahoo!, Google, PalTalk, Skype, Facebook, Youtube, Apple e, naturalmente Microsoft. Sconcerto arriva dai piani elevati di alcune delle società coinvolte: per ottenere dati sensibili in casi di sicurezza nazionale, è sufficiente ottenre l’autorizzazione del Procuratore Generale e del direttore centrale dell’Intelligence, che difficilmente la rifiutano con motivazioni simili; qualcuno avanza l’ipotesi che la NSA si appropriasse dei dati senza permesso. Intanto il presidente Obama è, una volta di più, al centro del mirino della stampa U.S.A.: perfino il New York Times da sempre favorevole al presidente lo attacca, esigendo a gran voce spiegazioni e proclamando che non gli basteranno le solite banalità; la NSA intanto si fa scudo dell’interesse superiore della nazione, affermando anche che Prism non riguarda i cittadini americani.