Processo Ruby Bis: chiesti sette anni per Minetti, Fede e Mora
Oggi requisitoria del processo Ruby bis a Milano: per i tre imputati l’accusa è di induzione e sfruttamento della prostituzione, anche minorile. La sentenza attesa per il 12 luglio
Giorno di requisitoria per il processo Ruby bis oggi a Milano. Dopo gli interventi dei due procuratori aggiunti, Pietro Forno preceduto dal collega Antonio Sangermano, è stata formulata l’accusa e la richiesta di pena per i tre indagati all’interno del processo: Nicole Minetti, ex consigliera regionale e ex igienista dentale, Lele Mora, ex agente delle Star, e Emilio Fede, ex direttore del tg4. Per tutti la richiesta è di sette anni di carcere.
Quelle che si verificavano ad Arcore sono state definite dal pm delle “orge bacchiche” all’interno delle quali i predenti godevano di prestazioni sessuali a pagamento.
Come dei sommelier, secondo l’accusa, Mora e Fede “assaggiavano” le giovani: il loro compito secondo quanto si legge era quello di trovare delle ragazze appurandosi che oltre all’aspetto fisico gradevole potessero essere anche introdotte in ambienti di un certo livello attraverso quello che il pm ha definito “un minimo esamino di presentabilità socio-relazionale”. “Questi signori – ha continuato il pm – hanno condiviso l’organizzazione del sistema che ha dato frutti e vantaggi a tutti”.
Nicole Minetti? Oltre ad occuparsi della retribuzione e dell’elargizione di soldi pagamento delle prestazioni, l’ex consigliera si sarebbe occupata anche dell’organizzazione delle feste che si svolgevano ad Arcore: la donna infatti secondo il pm non solo si prendeva carico dell’individuazione, della recluta e della remunerazione delle ragazze, ma a sua volta per prima avrebbe offerto sesso a pagamento ai presenti.
Le ragazze che partecipavano alle feste sono state definite dal pm delle “assatanate di soldi”.
“Nella vicenda Ruby – sono le sue parole – la legge è stata violata e la dignità di una minorenne è stata violentata”. Nessuno dei presenti poteva non conoscere l’età di Ruby. Insomma, tutti i soggetti in questione, secondo l’accusa del pm, erano a conoscenza del fatto che la ragazza marocchina fosse ancora minorenne al momento dei fatti.
Insomma, l’accusa è di induzione e favoreggiamento della prostituzione (anche quella minorile) per i tre che oltre a rischiare 7 anni di carcere potrebbero dover pagare una multa di 35 mila euro a testa. La sentenza è attesa per il prossimo 12 luglio.