Ecco la tassa sulle sigarette elettroniche
Le Finanze italiane stanno tentando nuovamente di elaborare una tassazione sulla sigaretta elettronica, prodotto con un mercato in continua crescita
Dopo due tentativi falliti, uno a novembre con il Decreto Sviluppo, e uno a dicembre con la Legge sulla stabilità, il governo italiano sta tentando nuovamente di elaborare una tassazione sulle sigarette elettroniche. Questo perchè il gettito del monopolio del tabacco del 2013 vedrà un pauroso calo, che alimenterà un buco di settecento milioni di euro.
A fronte della crisi del mercato del tabacco, quello delle sigarette elettroniche si sta rendendo protagonista di una continua crescita, con i consumatori che sono raddoppiati in pochissimo tempo e i negozi specializzati che vengono aperti con grande facilità. Per queste ragioni è dura la reazione della società Ovale, tra le prime ad investire in questo settore nel nostro paese : «L’idea di una nuova tassa è contro gli italiani, è pura follia. Colpisce un settore tra i pochi in crescita e che sta creando posti di lavoro». Tuttavia non sarà facile per il Ministero delle Finanze elaborare una tassazione equa per gli oltre duemila negozi presenti in Italia. Anche il Ministero della Salute non riesce a stabilire delle valutazioni definitive per le sigarette elettroniche: l’unico provvedimento preso è quello del divieto di vendita ai minori di diciotto anni. Il problema è la catalogazione della “e-cig”, che non risulta essere nè un prodotto da fumo alla stregua delle sigarette tradizionali, nè un prodotto di salute, destinato ad essere venduto nelle farmacie come prodotto utile a smettere di fumare il tabacco. C’è da dire che in Europa nessuno stato ha ancora regolamentato questo mercato, ad eccezione della Gran Bretagna. Si pensa che si potrebbero tassare i contenuti di nicotina ed i filtri, ma queste ipotesi non sono affatto gradite dalle Finanze, perchè garantirebbero un gettito misero e non coprirebbero il buco causato dal crollo del consumo di tabacco.
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