Formello, uccide la madre malata: non poteva più curarla
A Formello un sessantenne ha soffocato la madre malata con un cuscino, dichiarando di non essere più in grado di fornirle l'assistenza necessaria
A Formello, nella zona di Roma Nord, un uomo di 60 anni ha ucciso la madre 86enne da tempo malata ed immobilizzata a letto. L’omicidio è avvenuto all’interno dell’abitazione dell’uomo situata a via del Forno, civico 9, nella zona nord della capitale. Il figlio disoccupato l’ha soffocata con un cuscino e subito dopo è stato lui stesso a chiamare i militari della compagnia Cassia e della stazione di Formello. Alle forze dell’ordine avrebbe dichiarato di averla uccisa a causa dei problemi economici in cui verteva la famiglia, oltre che all’esaurimento della pazienza necessaria per l’assistenza; l’uomo non era più in grado di mantenere in vita la madre, da vent’anni pensionata, immobilizzata sul letto e aiutata dai servizi sociali a causa della sua grave malattia. Tuttavia le dichiarazioni dell’omicida lasciano pensare che il movente non sia stato di natura economica, ma di convivenza con la malattia. “Ero esasperato dalla sua malattia” avrebbe dichiarato l’uomo.
Per molti anni la convivenza tra madre e figlio era andata avanti in tranquillità, in un quartiere dove ciascun abitante si conosce e conduce una vita di comunità simile a quella di un paese. Poi il 22 maggio 2013 qualcosa è scattato nella mente dell’uomo, un momento di sofferenza ed esasperazione, che lo ha portato a porre fine alla vita della madre con un gesto folle ed istintivo. “Non riuscivo più a curarla”. Queste le parole dell’uomo, disperato per la disoccupazione con la quale conviveva da anni e per il faticoso compito che svolgeva con pazienza, quello da fornire alla madre l’assistenza necessaria per affrontare la grave malattia che la tratteneva a letto. Poi il 22 maggio il tragico epilogo: il soffocamento della donna attraverso un cuscino, la telefonata alle forze dell’ordine di Formello, che al loro arrivo hanno trovato l’uomo seduto accanto al corpo senza vita della madre, in una fredda attesa, assorto in una drammatica consapevolezza di matricida.