Disoccupazione: i giovani sono le vittime della crisi
La disoccupazione in Italia ha raggiunto livelli altissimi, e a farne le spese sono soprattutto i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni alle prese con l'invio dei CV
La disoccupazione giovanile tocca livelli altissimi a causa della crisi. Questo è il dato preoccupante emerso in questi giorni in un rapporto annuale dell’Istat. Il nostro Paese presenta “la quota più alta d’Europa” di giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano. Essi vengono definiti Neet, e nel 2012 erano circa 2 milioni 250mila nel 2012, quasi uno su quattro. Non serviva di certo questo dato per far comprendere la gravità della situazione per quel che concerne il lavoro giovanile in Italia. Quotidianamente ci si può confrontare con amici e parenti che vivono questo disagio.
Trovare lavoro in Italia è difficile per tutti, ma a farne le spese sono soprattutto i giovani, diplomati o laureati che siano. Si inviano decine di curriculum ogni giorno a più aziende, spesso ci si accontenta di tutto, eppure la fatidica chiamata per un colloquio sembra non arrivare mai. Ed in effetti nella maggior parte dei casi il telefono non squilla. E così, i ragazzi si ritrovano a vivere con mamma e papà per lunghissimo tempo, senza avere alcuna prospettiva davanti a loro.
Senza considerare il fatto che gli annunci di lavoro spesso costituiscono un vero e proprio paradosso. Non è improbabile leggere “cercasi stagista con esperienza“, oppure “cercasi neolaureato – requisiti minimi: almeno due anni di esperienza nel campo“. Quel che ci si chiede è quando questa generazione avrà la possibilità di far vedere quel che vale, di fare esperienza nel campo in cui ci si specializza con gli studi. Questo obiettivo sembra lontanissimo, ed è probabile che, quando ci si riprenderà dalla crisi, a giovarne saranno i “nuovi giovani”.
Il consiglio è quello di “inventarsi un lavoro”, proporsi continuamente e non arrendersi mai. Alla fine, forse, il vostro talento verrà notato.