Lavoro, Giovannini per i giovani: lotta alla disoccupazione
In un’intervista a Repubblica il Ministro parla dei progetti e delle riforma messe in cantiere dal governo per dare un taglio alla disoccupazione giovanile.
Speranza di una svolta in positivo dalle parole del Ministro del Lavoro Enrico Giovannini che, in un’ intervista rilasciata ieri a Repubblica, afferma che il governo da ora fino a giugno si concentrerà sull’obiettivo di trovare una sistemazione al problema della disoccupazione giovanile, uno dei più sentiti al momento in Italia. Secondo quanto riportato dal quotidiano, l’obiettivo del momento per il governo sarebbe di portare la disoccupazione al 30%, facendola calare dell’8% dai livelli record che sta toccando attualmente.
A quanto pare la disponibilità economica per affrontare i problemi sarebbe di almeno 10 o 12 miliardi di euro, se non di più; il governo ha stabilito comunque di sentire le parti sociali prima di procedere a definire le componenti del pacchetto di riforme, in quella che non vuole essere una trattativa, secondo le precise parole del ministro, ma piuttosto un incontro per ascoltare e ragionare con le parti in causa. Non si parla nemmeno di riformare la legge Fornero, quanto piuttosto di un intervento di “manutenzione”. Gli interventi secondo il ministro si dividerebbero in provvedimenti costosi ed altri più economici, ove per attuare i primi sarebbe necessario il responso del Consiglio Europeo di Giugno; fra i secondi invece correggere i contratti a termine, riportandoli ai vecchi intervalli in termini di tempo, opzione vista con favore dal governo. Meno entusiasmo per l’idea della staffetta fra anziani e giovani sui posti di lavoro: i primi andrebbero a trovarsi a lavorare part time, costringendo il governo a costosi aiuti economici per garantire loro la piena pensione. Del tutto accantonata invece l’idea di ridurre il costo del lavoro per i giovani assunti: secondo studi a livello europeo perché questo abbia effetto servirebbero determinati presupposti ed al momento il governo preferisce puntare sulla riforma dei centri per l’impiego e sulla sistemazione delle pensioni.