Grillo senza peli sulla lingua, ironia anche su Papa Francesco
Continua la campagna d’opposizione del leader del M5S che si spinge ad attaccare anche papa Francesco, mentre parla degli errori e dei progetti futuri del suo Movimento, invitando gli elettori del PD a fare fronte comune
Non risparmia nessuno Beppe Grillo che dal suo blog tuona indistintamente contro i protagonisti attuali della scena politica italiana, spingendosi sino a fare dell’ironia sul pontefice da poco eletto. Un qualunquista, così il comico ligure ha definito papa Francesco I°, che afferma di pensare agli ultimi invece di preoccuparsi delle banche, di destra o di sinistra che siano. Ribadisce la sua posizione, sottolineando anche con toni decisamente accesi come l’attuale governo Letta sia in realtà una creatura di Silvio Berlusconi, il risultato di un golpe silenzioso come proverebbe l’incontro notturno da cui sono scaturiti gli accordi che hanno portato al suo insediamento.
Fermo nelle sue posizioni il leader del M5S, che lui stesso definisce come l’unica opposizione sincera al momento e verso cui afferma di percepire un netto disprezzo, se non odio vero e proprio, anche da parte del mondo dell’informazione; secondo Grillo oramai la divisione fra destra e sinistra avrebbe perso completamente di significato dal momento che le ideologie si sarebbero ridotte a uno strumento per sfruttare la buona fede dei cittadini; tiene infatti a ribadire come il Movimento sia assolutamente svincolato da divisioni di quel genere, identificandolo piuttosto come un movimento di cittadini uniti per affrontare problemi comuni.
Un movimento che, sempre parole del leader, sarebbe sul punto di essere esportato anche all’estero, grazie ad una costante espansione che deriverebbe dal suo nascere da una rabbia contenuta ma diffusa della gente che punta a cambiare lo status quo, non a distruggerlo. Grillo invita gli elettori di sinistra, con cui il Movimento condivide molto idee, a stracciare le tessere del Pd ed unirsi a loro per un effettivo cambiamento; Grillo si renderebbe conto di aver peccato sul lato comunicazione pubblica e afferma che si ritirerà quando il Parlamento sarà composto di cittadini e non di professionisti della politica.