Imprenditore siciliano ricoverato dopo lo sciopero della fame
Più di un mese di digiuno ma nessuna risposta per Emilio Missuto: oggi è finito in ospedale
Emilio Missuto è un uomo di 39 anni. La sua azienda è stata dichiarata fallita dal tribunale a causa di un debito contratto di circa 37 mila euro. Ora tutto è in mano alla giustizia e il futuro dell’attività dell’imprenditore è nelle mani di qualcun altro, non più le sue. Tutto questo avviene nonostante la società di Missuto sia in attesa del pagamento di alcune fatture emesse ma alle quali poi non è mai seguito un pagamento. In particolare ce ne sarebbe una di oltre un milione di euro mai liquidati per un lavoro portato avanti da Missuto e la sua società in Sardegna, precisamente a Carbonia: lavori pubblici portati a compimento e mai liquidati però che pesano in modo incisivo sul bilancio dell’azienda dell’uomo.
La dichiarazione di fallimento della società in questione ha avuto un effetto domino su altre due società portando al licenziamento di oltre 50 dipendenti.
Emilio Missuto ha annunciato l’inizio della sua protesta il 19 aprile scorso davanti al tribunale siciliano di Gela. Sono 26 che l’imprenditore porta avanti un estenuante sciopero della fame che spera possa portare chi di dovere a porre attenzione sulla sua situazione, così come tante altre realtà. Missuto accusa la giustizia troppo severa e rapida mentre, dice l’uomo, “Carbonia continua a non decidere, riducendomi sul lastrico”.
Ormai sono storie all’ordine del giorno. La cronaca è ormai piena di racconti di imprenditori che a causa della crisi, sono costretti a chiudere le proprie attività. È drammaticamente sotto gli occhi di tutti come questo che stiamo vivendo sia un periodo storico di enorme difficoltà per il nostro paese, di come la ricerca di un lavoro si faccia sempre più complesso e di come portare avanti società imprenditoriali possa diventare un onere troppo grande da sopportare.
Dopo quasi un mese di digiuno l’uomo oggi è finito al Pronto Soccorso dove con alcune flebo è stato nutrito e rimesso in forze. Ma la protesta – dice l’imprenditore – continua: se qualcuno non si interesserà alla sua situazione spiegandogli come uscirne, l’uomo minaccia di compiere gesti eclatanti.