Cesare Battisti libero: l’Italia ridicolizzata dal Brasile e dalla Francia
Ennesimo episodio della saga Battisti. Sulla vicenda dell’ex leader dei Pac si è detto sì tanto, ma in realtà niente di veramente chiaro. Eppure questa è stata in qualche modo l’emblema di quella stagione politica italiana tristamente nota come gli anni di piombo. Cesare Battisti dapprima militante nei Pac, Proletari Armati per il Comunismo, che […]
Ennesimo episodio della saga Battisti. Sulla vicenda dell’ex leader dei Pac si è detto sì tanto, ma in realtà niente di veramente chiaro. Eppure questa è stata in qualche modo l’emblema di quella stagione politica italiana tristamente nota come gli anni di piombo.
Cesare Battisti dapprima militante nei Pac, Proletari Armati per il Comunismo, che negli anni 70 realizzarono atti eversivi, da loro definiti “espropri proletari”, da noi comuni mortali reati, vedi rapine a mano armata, detenzione di armi, omicidi, oggi viene indicato dalla stampa nostrana e internazionale come ex terrorista.
Ma cosa significa ex terrorista?
Un soggetto che per motivi diversi, come un sentito e reale pentimento, condanna le proprie azioni passate e in alcuni casi, a questa presa di coscienza segue un’effettiva collaborazione con lo Stato per sconfiggere un’organizzazione criminale, vedi i pentiti di mafia.
Ad ora nessuna dichiarazione ufficiale è venuta da Battisti in questo senso, perchè continuare a chiamarlo ex terrorista? Il terrorismo realizza azioni criminali, ma tutte partono da un’ideologia ben precisa.
Anche se Battisti non ha più avuto un ruolo materiale, le sue idee le ha messe comunque nero su bianco, divenendo uno scrittore raffinato con una certa posizione nei salotti elitari parigini e non.
In Italia uno stuolo di intellettuali si mossero a favore di Battisti, come Saviano, e firmarono un documento per evitare l’accoglimento della richiesta di estradizione dalla Francia all’Italia.
Meno male che Saviano si è ricordato anche delle vittime e per loro rispetto ha ritirato la sua adesione. Avrei suggerito per la sua trasmissione televisiva, proprio un elenco di questi intellettuali e un elenco delle vittime del terrorismo, ma il terrorismo nella tv italiana non fa audience.
A parte questo, mentre gli italiani piangevano i morti di Piazza Fontana, di fronte a cui tutt’oggi esiste una verità giudiziaria parziale, confusa e spesso contraddittoria, l’ex Presidente socialista francese Francois Mitterand delineò la cosiddetta dottrina Mitterand, per cui la Francia poteva decidere sull’estradizione di cittadini di un Paese democratico, il cui sistema giudiziario non corrisponda all’idea francese di libertà. Quale sarebbe ?“ Mors tua, vita mea”?
Comunque....Viva la Libertè.
Quando la dottrina in questione è stata abrogata e viene concessa l’estradizione in Italia, Battisti, guarda un po’, riesce a fuggire in Brasile e pochi giorni fa, il Supremo tribunale carioca, dopo vari no all’estradizione espressi dall’ex Presidente Lula prima e dalla nuova Dilma Roussef poi, ha negato la consegna in Italia, per timore che l’uomo possa subire persecuzioni per le sue opinioni politiche.
Ma non era un ex terrorista?
Vabbè….Viva la Fraternitè.
Le condanne di Battisti in Italia sono per reati non politici ,per cui anche la nostra Costituzione vieta in assoluto l’estradizione, ma per reati comuni. Politica è la dimensione assunta dai fatti. Battisti non può essere certamente il capro espiatorio di un sentimento di rabbia e amarezza che gli italiani si portano dietro dagli anni 70, ma il nostro sistema giudiziario non può essere ridicolizzato in questo modo dapprima dalla Francia e ora dal Brasile.
Dov’è la legalitè?
Alessandra Caparello
Sono giudici anche quelli brasiliani, quindi se hanno preso la decisione ci sarà un motivo.
Se riteniamo invece che anche la magistratura puè sbagliare lo stesso discorso vale anche per i giudici italiani.
Il termine “terrorista” è utilizzato spesso a sproposito, questa volta l’estensore del post ha coniato una definizione del tutto personale e inesatta: perchè un ex terrorista deve per forza diventare un collaboratore di giustizia per non essere più “terrorista”?
Meglio dire che Battisti era un militante rivoluzionario che ha fatto la lotta armata attraverso rapine ferimenti e omicidi e poi ha smesso senza per questo mandare in galera nessuno. Mi pare una definizione più aderente alla realtà.
Consiglio all’estensore, inoltre, la lettura di qualche libro di Battisti prima di commentarlo. Troverà delle sorprese.
Saviano, per motivi propri, è stato uno dei pochi a ritirare la firma data all’appello del 2004. Altre migliaia di persone, non solo in Italia, hanno continuato a manifestare e manifestano la loro solidarietà a Cesare Battisti, e non se ne pentono.
La dottrina Mitterand garantiva persone che erano state condannate in base a leggi speciali che non assicuravano il rispetto di diritti processuali riconosciuti in tutto il mondo e che solo l’Italia si ostina, tra i paesi democratici, a non riconoscere.
La condanna all’ergastolo in contumacia fondata su dichiarazioni di pentiti premiati per la loro delazione è una delle trappole peggiori che un sistema giudiziario democratico possa organizzare. Lo sanno la Francia, il Brasile e il resto del mondo. Solo il giudice Spataro, spalleggiato da Massimo D’Alema e da Bruno Vespa sembrano dimenticarlo.
Dilma Rousseff non si è mai pronunciata ufficialmente sulla questione.
Il Ministro della difesa La Russa ha dichiarato che Battisti avrebbe fatto meglio a suicidarsi.
L’Italia non avrebbe mai restitutito a nessuno Stato nessuna persona nei confronti della quale un qualsiasi ministro straniero avesse fatto dichiarazioni simili. Anzi sarebbe inorridita, come hanno fatto i brasiliani e il resto del mondo. Se al dicastero della Difesa abbiamo un tonto fascista non è colpa del Brasile….
Il fatto che l’Italia abbia prima comminato in sede di condanna le aggravanti relative ai delitti con fine di eversione, e quindi politici, e poi abbia tentato a tutti di rifilare la panzana che i reati erano comuni non è sfuggita a chi doveva decidere della sorte di Cesare Battisti.
Infatti se lo sono tenuto, con buona pace dei politici italiani, noti al mondo per essere cioccolatari di prima.
L’ultima è giusta, Battisti era evidentemente un capro espiatorio, infatti chi poteva non ce l’ha consegnato e chi ha potuto se l’è tenuto…..
E noi via all’Aja, a fare un’altra figuraccia….Olè!
sig Meli:
Io non ho bande rosse, mi creda, ma la situazione dei cubani era diversa.
Per avere diritto al riconoscimento dello status di rifugiato politico in Brasile, ma anche in Italia o negli Stati Uniti, è necessario dimostrare in qualche forma, una persecuzione politica, tipo una condanna, un mandato di cattura, una storia personale che richiami a motivi politici.
Se un tunisino arriva in Italia con un ergastolo in contumacia per un omicidio adducendo persecuzione politica è molto diverso da altro tunisino che sbarca a Lampedusa e dice “sono rifugiato politico perchè non mi piace la poitica del mio Governo”.
Il primo verra valutato con molta attenzione, il secondo sarà espulso secondo la legge.
Lo stesso, si informi, è capitato con i cubani da lei citati, come sarebbe capitato se gli stessi si fossero, con le stesse motivazioni, presentati ai confini italiani.
Ci rammarichiamo della decisione sull’estradizione di Cesare Battisti
Prezados,
Apresento o documento “Lamentamos a decisão sobre a Extradição Cesare Battisti”, http://pt.scribd.com/doc/57463116/Lamentamos-a-decisao-sobre-a-Extr… , onde, por não reconhecermos legitimidade, legalidade, Constitucionalidade, na transferência da decisão final da extradição de cesare battisti para o Presidente da República Federativa do Brasil, estamos, nos colocando à disposição do governo italiano, para que de forma Legítima, e Constitucional, a extradição em questão seja tratada.
Afinal, para que um “Ato soberano” seja presumivelmente reconhecido, necessário, se faz, estar calcado no Direito Constituído DETERMINADO pela Constituição da República Federativa do Brasil, que implantou um Presidencialismo relativo, uma vez que, tem “alma parlamentarista”, que em essência, retirou muitos dos poderes históricos existentes em Presidencialismo absoluto.
Em função do acima colocado, teimo em afirmar, que vivemos em “CAOS JURÍDICO”, onde o Poder Judiciário brasileiro, NÃO FOI CAPAZ, apesar de 23 longos anos, assimilar a essência de Nossa Constituição, trantando as questões com “olhar histórico”, como se nada houvesse mudado.
Abraços,
Plínio Marcos
ogni persona ha diritto alla sua opinione, sono d’accordo che questo uomo è colpevole, ma il Brasile ha un sacco di problemi per preoccuparsi di cesare, penso che avrebbe dovuto essere consegnato a italiano, ma appena visto alcuni rapporti che gli studenti brasiliani sarebbe subire ritorsioni Ravenna “La scuola sospesa classi per i mosaici di studenti brasiliani fino a nuovo avviso.”AZ anche questo non è giusto e quello non ha niente a che fare con l’altro / /
Ci rammarichiamo della decisione sull’estradizione di Cesare Battisti
Prezados,
Apresento o documento “Lamentamos a decisão sobre a Extradição Cesare Battisti”, http://pt.scribd.com/doc/57463116/Lamentamos-a-decisao-sobre-a-Extr… , onde, por não reconhecermos legitimidade, legalidade, Constitucionalidade, na transferência da decisão final da extradição de cesare battisti para o Presidente da República Federativa do Brasil, estamos, nos colocando à disposição do governo italiano, para que de forma Legítima, e Constitucional, a extradição em questão seja tratada.
Afinal, para que um “Ato soberano” seja presumivelmente reconhecido, necessário, se faz, estar calcado no Direito Constituído DETERMINADO pela Constituição da República Federativa do Brasil, que implantou um Presidencialismo relativo, uma vez que, tem “alma parlamentarista”, que em essência, retirou muitos dos poderes históricos existentes em Presidencialismo absoluto.
Em função do acima colocado, teimo em afirmar, que vivemos em “CAOS JURÍDICO”, onde o Poder Judiciário brasileiro, NÃO FOI CAPAZ, apesar de 23 longos anos, assimilar a essência de Nossa Constituição, trantando as questões com “olhar histórico”, como se nada houvesse mudado.
Abraços,
Plínio Marcos