Attualità Italiana

Incubo Ebola, è allarme mondiale: quali sono i rischi per l’Italia?

In Africa è allarme Ebola dopo la morte di uno dei medici senza frontiere: cresce la paura di contagio anche in Europa. Qual è il rischio concreto di estensione del virus?

L’incubo Ebola sta assumendo nelle ultime ore le dimensioni di un allarme di portata mondiale: in Liberia le scuola sono chiuse e dagli Usa sono stati richiamati in patria centinaia volontari. Segno evidente che il pericolo in Africa non è assolutamente da sottovalutare. Ma quali sono i rischi concreti all’estero e in particolare in Italia aldilà dei facili allarmismi?

CASI EBOLA IN AFRICA: PERICOLO IN ITALIA?

In Africa molti paesi vivono giorni di vero e proprio terrore per via dell’incubo Ebola che ha ripreso a mietere vittime. Dopo la morte del medico virologo volontario nell’ospedale di Kenema in Sierra Leone, Sheik Umar Khan, cresce la paura di una nuova epidemia. Questo eroe, diventato simbolo della lotta all’Ebola, ha salvato molte vite in Africa ma il virus lo ha ucciso nel giro di una settimana. Khan non è l’unica vittima dell’Ebola ma la sua morte è probabilmente quella che ha destato più scalpore rendendo effettivamente l’idea di quanto il rischio di contagio sia concreto e reale. I Medici senza frontiere hanno confermato che “il virus è fuori controllo” quindi purtroppo non si può escludere che oltrepassi i confini nazionali. Per questo motivo sono già stati chiusi anche i mercati nelle zone di frontiera con la Sierra Leone, la Guinea e la Costa d’Avorio.

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Anche al di fuori del continente africano sale la paura. In Gran Bretagna la minaccia di contagio viene presa nella massima considerazione e alle frontiere sono scattati controlli serissimi per chi arriva da zone a rischio Ebola. Finora però non sono stati registrati casi di contagio nel Regno Unito. Fonti Ue fanno sapere che l’Unione europea avrebbe i mezzi per rispondere con efficacia all‘eventualità remota dell’estensione del contagio anche nel nostro continente. Per il momento quindi creare allarmismo appare prematuro e controproducente anche se la questione non va di certo sottovalutata.

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