Attualità Italiana

Vannoni: “Le cartelle cliniche di Brescia sono vuote. I miglioramenti ci sono”

Il padre del metodo Stamina risponde alle accuse e rilancia: "Non scappo via dall'Italia. Rimango qui perché so che i pazienti hanno avuto benefici"

Davide Vannoni vuole andare avanti sulla propria strada e non ha paura di conseguenze legali. Il padre del protocollo di cura Stamina, che promette di curare diverse malattie neurodegenerative, da mesi è al centro di una questione molto spinosa: da una parte c’è chi lo considera vittima di un complotto atto a vanificare la sua scoperta per interessi lobbistici, dall’altra c’è invece chi vede in lui uno speculatore sul dolore altrui, in quanto il metodo Stamina sarebbe poco più che una ‘bufala‘.
Mentre nella giornata di ieri è stato nominato il secondo comitato ministeriale di valutazione, dopo che il primo era stato ritenuto dal Tar del Lazio non imparziale, Vannoni ai microfoni di Tgcom24 ha ribadito la propria volontà di rimanere in Italia e continuare la propria battaglia: “Io non scapperò dall’Italia. Affronterò tutto ciò che ci sarà da affrontare: è da cinque anni che mi dicono che si farà il processo, ma io ancora aspetto. Non mi sottrarrò alla giustizia, anche perché sono sicuro che i pazienti hanno avuto miglioramenti reali”.
Poi, al giornalista che gli chiedeva di commentare la notizia delle cartelle cliniche provenienti dagli ospedali civici di Brescia, in cui non sarebbe stato registrato alcun miglioramento della situazione dei pazienti, il padre del metodo Stamina ha risposto: “[Quelle cartelle, ndr] sono vuote, come abbiamo più volte detto. Gli ospedali di Brescia hanno fatto inizialmente per i primi dodici pazienti delle valutazioni che sono state registrate e sono presenti anche in documenti rilasciati dai neurologi degli ospedali, che i parenti dei piccoli malati hanno mostrato ai giornalisti. Poi dopo il blocco dell’Aifa, l’ospedale ha fatto riunioni con il ministero e con l’isituto nazionale trapianti e hanno smesso a raccogliere dati, si sono fermati alla valutazione della mancanza di effetti collaterali. Quindi la sintesi è che quelle cartelle sono vuote“.



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