Enzo Paolo Turchi racconta la povertà da bambino: “una vergogna continua”
Enzo Paolo Turchi ha sofferto la fame e la vergogna. Oggi racconta tutto, non ha dimenticato niente di quel periodo quando a 8 anni già lavorava
Non è la prima volta che Enzo Paolo Turchi racconta della povertà vissuta da piccolo. Lui che è uno dei creatori della prima scuola italiana di danza moderna ha alle spalle un passato pieno di dolore, una sofferenza che non ha mai dimenticato. E’ cresciuto nei quartieri spagnoli, era la Napoli del dopoguerra e in casa non avevano niente. Enzo Paolo Turchi ricorda però la voglia di sopravvivere, di farcela ma il problema vero era mangiare. Aveva 8 anni e faceva le pulizie, gli davano 20 lire al giorno, così poteva comprare un panino. L’ erano tutti poveri ma ad aiutarli c’era una persona, non un supereroe ma una signora, una prostituta. Lei faceva la spesa per tutti, per il quartiere, era molto generosa.
Enzo Paolo Turchi racconta la povertà da bambino: Una vergogna continua
Non avevamo niente, solo la voglia di sopravvivere – ha confidato Enzo Paolo Turchi a La Repubblica – Il problema era il mangiare. A 8 anni facevo le pulizie in una bisca e prendevo 20 lire al giorno, servivano per comprare un panino. C’era la voglia di migliorare… La povertà c’è anche oggi, ma non è drammatica come quella che ho vissuto io. Eravamo tutti poveri, non avevamo niente da mangiare. Ci aiutava una persona. Non era un supereroe, non era Spiderman
Impossibile per il coreografo dimenticare quella donna. “Era una signora che faceva la prostituta e faceva la spesa per tutto il quartiere, generosissima. Avrebbe meritato un premio. Con l’arrivo degli americani molte donne purtroppo si sono prostituite, il dopoguerra a Napoli è stato duro”.
“Una vergogna continua ma piena di orgoglio”
“Stavo sempre per strada da solo, non lo dicevo perché avevo paura. Cercavo di far vedere che anche la mia era una famiglia normale, ma aspettavo qualcosa da chi aveva di più: anche un paio di scarpe usate dagli altri bambini. Una vergogna continua, ma piena di orgoglio”.
>>> Enzo Paolo Turchi e i sogni che non si sono realizzati
E’ Carmen Russo che gli ha dato tutto e Raffaella Carrà lo capì subito: “Sono 42 anni che stiamo insieme. In Carmen ho trovato quello che mi è mancato: l’amore come donna, la mamma che non ho avuto. Mi ha dato la forza e alla fine mi ha dato Maria. È la mia famiglia, è tutto per me. Carmen mi ha cambiato la vita. senza di lei e mia figlia Maria non posso stare, sono la mia famiglia. La mia fortuna è stata incontrarla”.