Claudio Bisio rallenta dopo l’operazione e la protesi. Ad ottobre il suo primo film da regista
Claudio Bisio al Corriere della Sera: ha appena ripreso a camminare
Claudio Bisio ha ancora le stampelle, ha appena ripreso a camminare, reduce da un’operazione e con una protesi all’anca. Lo racconta al Corriere della Sera confidando che ha rallentato il ritmo, per una seria di ragioni, ovviamente anche dopo l’intervento. Claudio Bisio ha più volte anticipato il desiderio di fermarsi per almeno un anno ma sta per arrivare il suo primo film da regista.
Avrà anche rallentato il ritmo ma il 20 luglio sarà al Giffoni Film Fesitval e il 16 ottobre è previsto l’uscita al cinema del suo film “L’ultima volta che siamo stati bambini”. Ha 66 anni Claudio Bisio e da un po’ ha iniziato a recitare ruoli da padre, ammette che ha pensato che prima che gli proponessero quelli fa nonno ha elaborato una alternativa.
L’operazione
Ho rallentato il ritmo. Anche causa protesi all’anca. Ho girato l’ultimo film da attore due anni fa. Sono più tranquillo e più sereno
Claudio Bisio regista
Ed è arrivato un nuovo ruolo. Ha prima pensato alla produzione, con sua moglie Sandra Bonzi ha fondato la società Solea, ma è arrivata poi l’illuminazione, quella che cambia tutto. Sua moglie ha letto il libro di Fabio Bartolomei, l’ha passato a lui che ne è rimasto fulminato.
La leggerezza dei bambini, abbinata ad un tema tragico: Seconda Guerra mondiale, Shoah. Ho acquisito i diritti con l’idea di produrre il film. Ho cercato a lungo un regista
Alla fine i coproduttori la regia l’hanno proposta a lui. Claudio Bisio ha atteso, ha studiato e dopo qualche mese ha accettato. Un percorso di 4 anni affiancato da persone amiche e capaci.
L’ultima volta che siamo stati bambini
La storia di tre bambini che partono a piedi da Roma alla ricerca dell’amico ebreo scomparso, portato via dai tedeschi.
Una mostruosità. Uno di loro, Italo, è un balilla. Nella prima scena sputa in faccia al bimbo ebreo. Perché mi sputi? Chiede Riccardo. Perché sei ebreo, risponde Italo. Ma come, sono tuo amico e mi sputi? Ecco, forse sarà politicamente scorretto offrire una immagine del genere ma l’orrore sta proprio in questo incipit. Un bambino poteva considerare scontato trattare un ebreo come essere inferiore. Perché l’aveva sentito dire, a casa, a scuola, ovunque
L’ultima volta di Bisio bambino
Forse quando i suoi separarono. Pensa che era un bimbo ventenne, cresciuto troppo in fretta. “Avevo capito che stava accadendo qualcosa di serio in famiglia, decisi di anticipare il servizio militare per poi uscire di casa, mantenendomi lavorando“.