A 28 anni dalla morte di Massimo Troisi il dolore di Lello Arena: “Mi manchi sempre”
Un lungo messaggio di Lello Arena a Massimo Troisi, frasi che emozionano a 28 anni dalla sua morte
Il 4 giugno Lello Arena non è di certo l’unico a ricordare Massimo Troisi. E’ come se fosse andato via ieri e invece sono passati 28 anni. Massimo Troisi ha lasciato tutto il vuoto delle cose non fatte. Anche Stefano De Martino scrive un pensiero rivolto al grande artista “Morto un Massimo Troisi non se ne fa un altro” anche se aveva solo 4 anni quando è morto ma i suoi film le sue interviste, il suo modo di fare teatro, tutto è rimasto intatto e intoccabile. Tra Troisi e Lello Arena un legame speciale e oggi c’è l’ennesimo addio perché a lui e a tantissimi Massimo manca ma a lui manca sempre.
Il messaggio di Lello Arena a Massimo Troisi
“Il 4 di Giugno ritorna ogni anno a ricordarmi uno dei momenti più terribili della mia vita. Fortunatamente non sono solo e posso condividere con tante persone che amo, e che ti amano, il peso di dover continuare a fare a meno della tua presenza, della tua arte, dei tuoi spericolati ed inarrivabili punti di vista, della tua poesia e del tuo straordinario talento di comico e di artista”. Anche a Lello sembra incredibile che il dolore vada avanti da 28 anni.
“Mi manchi. Sempre. E non solo a me. Siamo in tanti” ma Lello Arena ha un progetto: “Per questo sto provando ad immaginare, insieme ad un gruppetto di amici molto più vispi di me, un posto, nella nostra Napoli e nel mondo, dove si possa stare tutti insieme, tra le cose che hai reso immemorabili con il tuo tocco magico, per rendere meno aspra ed incomprensibile la tua assenza. Perché farsi compagnia in questi casi è sempre meglio. Per riconsegnarti il palco ed il pubblico che ti spettano di diritto, allora come oggi”. E’ a lui che si rivolge, parla con lui come se dal cielo potesse ascoltarlo.
“Per farti “sentire“ quell’arietta di eternità che ti sei conquistato senza dover ringraziare niente e nessuno. Magari ci riesco!”. Cosa ha in mente Lello?
“Se non ti dico ‘A presto’ so che mi capisci ma tanto . . . Prima o poi . . . Spero più poi che prima . . . Vabbè, ci siamo capiti . . . Abbracci forti! Ovunque tu sia! Lello o meglio, come mi chiamavi tu, il tuo Rafè!”.