Candida Morvillo difende Alba Parietti dalle accuse di Caterina Collovati: “Non è un’untrice”
Anche Candida Morvillo scende in campo per difendere Alba Parietti dalle accuse di Caterina Collovati
C’era anche la giornalista Candida Morvillo nella puntata “incriminata” di Live-Non è la d’urso in onda l’8 marzo 2020, puntata durante la quale Alba Parietti ha partecipato ( scoprendo solo tre mesi dopo che forse in quella occasione era già positiva al covid 19). Martedì sera Alba Parietti, nello studio di Carta Bianca ha raccontato di aver scoperto, solo pochi giorni fa di aver avuto il coronavirus, e di esser felice, qualora sarà possibile, di donare il plasma per aiutare altri pazienti. Da quel momento però, non sono mancati gli attacchi verso la Parietti. E tra le prime persone a puntare il dito contro la show girl, anche Caterina Collovati, anche lei presente nella puntata di Live in questione. La Collovati fa notare che forse Alba, avrebbe dovuto avvisare chi era insieme a lei in quella serata. La Parietti dice di aver avvisato ed è scontro tra le donne sui social.
La Morvillo interviene in difesa della Parietti e spiega perchè non è giusto far passare Alba come una sorta di untrice.
CANDIDA MORVILLO IN DIFESA DI ALBA PARIETTI
Ed ecco il commento di Candida Morvillo, anche lei presente nella puntata di Live-Non è la d’urso incriminata.
Io c’ero e posso testimoniare. L’8 marzo io e Alba Parietti eravamo insieme a Live Non è la D’Urso. Il 9 marzo lei si è ammalata di Covid19. Con noi c’era anche Caterina Collovati che ora l’ha accusata di essere stata irresponsabile perché non ha avvisato né lei né gli altri ospiti, cioè io, Gianluigi Nuzzi, Francesco Facchinetti, Mario Giordano, Carmelo Abbate. In quest’intervista, Alba spiega che non ha avvisato nessuno perché ha scoperto di aver avuto il Covid solo un mese e mezzo dopo: il 9 ha avuto solo mezz’ora di febbre e nessuno le ha fatto il tampone. Insistere per ottenerlo le sembrava assurdo in quei giorni in cui tanti erano più gravi di lei. Si è limitata a chiudersi in casa per due settimane, in isolamento volontario, chiusa nella sua stanza, tanto che il figlio e la collaboratrice domestica che vivono con lei non si sono contagiati. Poi, due settimane fa è riuscita a fare un test sierologico scoprendo di essersi presa il Coronavirus ed essere ormai guarita da tempo. Darle dell’untrice, francamente, mi pare assai brutto. Anche perché ricordo benissimo quella sera dell’8 marzo: Alba era esagitata ed esasperata dalle scarse precauzioni che vedeva in giro. È arrivata già truccata per evitare contatti ravvicinati con le truccatrici (come me, fra l’altro), portava mascherina e guanti anche se non erano obbligatori e lo faceva da settimane (lo so perché l’avevo incontrata a Mediaset altre volte), era ossessiva nel mantenere le distanze, che già tutti tenevamo e anche andando oltre i protocolli aziendali che pure erano molto rigidi, e ci ha intrattenuto – a distanza – raccontando che era stata insultata da persone per strada che aveva ripreso perché si stavano assembrando. Era l’8 marzo, il lockdown cominciava quel giorno, molti non avevano ancora percezione del rigore che serviva per affrontare il virus, lei sì. E sì, come lei stessa qui ammette, sembrava paranoica nel raccomandarlo a tutti. Credo che nessuno in buona fede possa dire che entrasse nella pandemia a cuor leggero. Dopodiché, il 9 marzo nessuno parlava di asintomatici, nessuno poteva sapere che bastasse una linea di febbre per mezz’ora per essersi preso il Covid19