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Il dolore di Massimo Giletti per Fabrizio Frizzi: “Sapevo che non sarebbe arrivato all’estate”

Tra glia amici che hanno salutato in ospedale Fabrizio Frizzi c'era anche Massimo Giletti che alle telecamere racconta il suo dolore per la perdita di un amico speciale

Tanti sapevano ma nessuno parlava per il rispetto di Fabrizio Frizzi. Lo vedevano davanti alle telecamere, nello studio de L’eredità che tanto amava ma non sapevano quanto avrebbe potuto resistere. Anche Massimo Giletti lo sapeva e commosso, davanti all’ospedale di Roma, dove Fabrizio Frizzi  è morto, racconta tutto il suo dolore. 

Intervistato da Fanpagem Giletti ha rivelato, commosso: “Questa mattina sono stato a dargli l’ultimo saluto alla camera ardente. È andato avanti a lavorare senza far pesare a nessuno il dolore profondo di sapere che la vita per lui era un arco molto più breve di quello che tutti noi potessimo immaginare“.

MASSIMO GILETTI RACCONTA LA SUA AMICIZIA CON FABRIZIO FRIZZI UN UOMO RIMASTO SEMPRE UN RAGAZZO GENTILE

Una cosa ci colpisce in questi due giorni di grande dolore, il modo in cui tutti parlano di Fabrizio, dalla gente comune ai suoi amici. Non c’è una parola fuori posto, non c’è una parola di troppo, non c’è una parola che non sia “gentile, buono, generoso”. Ed è impressionante come anche dai social, che di solito sono il ricettacolo delle frustrazioni umane, in questo caso, non ci siano commenti sgradevoli, commenti poco carini nei confronti di Fabrizio Frizzi. 

Massimo Giletti prova a spiegare da dove nasce questo grande amore del pubblico vero Fabrizio Frizzi: “Lui era così, uno dei pochi a essere così: era quello che appariva con la sua ingenuità, la sua fanciullezza, la sua serietà e la sua professionalità. Nel 1996 conducevo Telethon per la prima volta. Era un esordio molto importante per me che ero giovanissimo, mentre lui era già un conduttore affermato. Durante la fotografia di rito per la stampa, dove c’erano tanti nani e ballerine della tivù che sgomitavano per starmi vicino, lui si mise dietro. Questo era Fabrizio: uno perbene, cosa rara in questo mondo. Molto spesso ha anche pagato per questo. Però la gente lo amava e lo ama ancora”.

E ancora, Giletti spiega commosso: “Ci siamo sentiti anche pochi giorni fa, ci sentivamo sempre, soprattutto in questo periodo. Non a caso nel mio monologo iniziale, quando raccontavo che il direttore generale mi aveva fatto capire che non c’era più spazio per me, citai due persone: Lamberto Sposini e Fabrizio Frizzi. Non erano due nomi a caso. Io sapevo la verità. Sapevo che Fabrizio non sarebbe arrivato a quest’estate. In quel monologo c’era lui che mi scrisse proprio quella mattina un messaggio, che ogni tanto andavo a rivedermi e lo farò anche oggi, perché era di una dolcezza infinita”.



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