Katia Follesa racconta come ha scoperto la sua malattia al cuore, non avrà altri figli (Foto)
Katia Follesa parla della sua cardiopatia, come ha scoperto la malattia e come la affronta (foto)
Sempre allegra e pronta a far ridere sul palco Katia Follesa diventa seria quando parla della sua malattia, è cardiopatica e al Corriere della Sera racconta come ha scoperto il suo problema e le conseguenze, le sue scelte dopo la diagnosi (foto). Era in auto e stava guidando, spiga Katia Follesa al quotidiano, all’improvviso le si è appannata la vista e non sentiva il più cuore. E’ accaduto quasi dodici anni fa e la sua fortuna è stata non far finta di nulla ma approfondire quei sintomi. Il referto del medio è stato chiaro ma non immediato. Dopo il piccolo malore la Follesa si è recata in ospedale ma lì la cardiologa le ha detto che non aveva niente. Nella sua auto l’attrice ha pensato di morire, non poteva fermarsi e dopo avere incontrato quel medico poco scrupoloso si è rivolta ad altri.
“All’inizio mi avevano detto che non avevo niente. Anzi, la cardiologa era quasi un po’ scocciata. Ma ho deciso di approfondire e si è scoperto così che avevo questa patologia, la stessa di mio padre”. Il suo cuore è malato e dovrà seguire a vita una terapia di betabloccanti. A tutti dà un suggerimento; di fare dei controlli anche se non si avvertono sintomi. Anche il suo compagno, Angelo Pisani, li ha fatti pur non avendo niente di cui lamentarsi “ma avendo a sua volta un padre cardiopatico sta facendo comunque tutti i passaggi per escludere ogni patologia: grazie a Dio è sano, quella con il cuore da rimandare sono io. Ma vivo benissimo, ho fatto anche una figlia”.
Non avrà però altri figli. Sempre al Corriere della Sera Katia Follesa spiega che durante la gravidanza non ha avuto problemi se non l’esclusione del parto naturale: “Ma c’era il 50 per cento di probabilità che Agata ereditasse la cardiomiopatia. Per fortuna non è così, ma nell’ipotesi di un secondo figlio è una riflessione che, da un paio d’anni, faccio. A 42 anni sapere di poter mettere al mondo un figlio che può avere questi problemi mi fa dire che no, non lo farei”. Il suo messaggio è chiaro, la prevenzione, i controlli sono fondamentali.