Cesare Cremonini racconta l’ictus di suo padre, la corsa in ospedale e quanto la sua vita sia cambiata
Cesare Cremonini racconta a 7, il magazine del Corriere della Sera, l'ictus di suo padre, la disperazione, la preghiera
Qualche anno fa Cesare Cremonini ha vissuto dei momenti terribili, suo padre ebbe un ictus davanti ai suoi occhi, erano a cena in un ristorante, non lo capì subito di cosa e una volta a casa rendendosi conto di tutto iniziò la sua corsa verso l’ospedale. Ha avuto paura di perdere suo padre, ricorda di aver pregato tanto e nel ricordare quei momenti ripercorre ogni attimo, un episodio forte che gli ha inevitabilmente cambiato la vita, sia nel rapporto con suo padre che con la fede. Nella sua intervista è entrato nei dettagli spiegando che quella sera mentre erano a cena in uno dei locali a Piazza Santo Stefano, una piazza di Bologna, suo padre ha iniziato a parlare male, in modo strano.
CESARE CREMONINI CONFIDA IL MALORE DI SUO PADRE UNA SERA A CENA
“Qualche anno fa mio padre ebbe un ictus davanti a me, a cena. Stavamo passando una bella serata in due in Piazza Santo Stefano, una delle più belle cartoline di Bologna, quando le sue parole cominciarono a cadere sul tavolo. La sua voce spariva e tornava accompagnata da un fortissimo mal di testa. Decidemmo di tornare a casa. Una volta arrivati nelle campagne fuori Bologna dove ancora vive, smise di parlare” fu allora che si rese conto e lo portò in ospedale: “…attraversando chilometri di strade in mezzo ai campi senza badare a semafori o agli incroci”.
Per non farlo addormentare gli parlava di continuo: “Continuavo a raccontargli di quando ero piccolo e lui mi addormentava con delle improbabili favole inventate. Improvvisavo alla meglio per cercare di tenerlo sveglio, mentre lui emetteva frasi sconnesse. Arrivati all’ospedale Sant’Orsola lo operarono immediatamente e mi ritrovai a pregare per lui nella sala di aspetto. “Dio fammi risentire ancora una volta la sua voce!”. Anche se vorrei non capitasse mai più, quel momento ha cambiato profondamente la mia vita, il mio rapporto con lui e la mia spiritualità. L’intervento riuscì e dopo due settimane di silenzio e balbettamenti mio padre tornò a pronunciare il mio nome correttamente”.