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Sanremo 2013 i testi, La prima volta che sono morto di Simone Cristicchi

Simone Cristicchi è uno dei big in gara al festival di Sanremo 2013, semplici e dirette le sue due canzoni. Vi proponiamo il testo di La prima volta che sono morto

sanremo 2019

Tra i testi di Sanremo 2013 quelli di Simone Cristicchi sono di una semplicità disarmante che arriva immediata alle orecchie e al cuore. Dopo avervi proposto il testo di Mi manchi, speriamo che passi il turno La prima volta che sono morto. E’ una delle poche canzoni del festival di sanremo 2013 che già leggendo il testo ti sembra di sentire la musica senza averla mai ascoltata. Simone Cristicchi non è tra i favoriti di quest’anno ma le premesse per il successo ci sono tutte, compresa una capacità interpretativa maturata nel tempo. Per voi il testo di La prima volta che sono morto.

Sanremo 2013 il testo di La proma volta che sono morto di Simone Cristicchi

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo abbastanza tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.

È successo così all’improvviso, lo scorso sabato mattina
il mio cuore ha cessato di battere mentre giocavo la schedina
sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie
non ho nemmeno avuto il tempo di dare un ultimo bacio a mia moglie.
L’ambulanza è arrivata in ritardo, quando non c’era più niente da fare
solo chiamare le pompe funebri e organizzare il mio funerale, poi
prenotare la chiesa, avvisare i parenti, scrivere il necrologio,
qualcuno mi ha tolto il pigiama e infilato il completo, quello del matrimonio.

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.

È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”,
non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno.
Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento
dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento.
Il pomeriggio passeggio con Chaplin, poi gioco a briscola con Pertini,
e stasera si va tutti al cinema, c’è il nuovo film di Pasolini!
Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano,
mi ha chiesto: “L’avete cambiato il mondo?”
Nonno… lascia stare, dai …ti offro un gelato!

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
ma ho realizzato dopo un secondo, che si sta meglio nell’altro mondo.
Ma se dovessi rinascere ancora, cosa mi importa del destino?
Cambierei sulla tomba la foto con quella faccia da cretino.

Certo, mi ero visto un po’ pallido… pensavo fosse il neon dello specchio.
Il dottore me l’aveva detto: “Fumi meno! Pochi alcolici!”
E chi fumava? Ero pure astemio.
Certo un po’ di sport in più, meno televisione…
Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto,
parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie
lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola…
E vabbè sarà per la prossima volta!

 

 

 

 



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