Wonder: qual è la storia vera dietro al film capolavoro con August protagonista
Qual è la vera storia di Wonder ? Il film e il libro si ispirano in qualche modo a una storia vera: ecco quale
Tra le pellicole più toccanti e significative dell’ultimo decennio, Wonder occupa senza dubbio un posto speciale. Diretto da Stephen Chbosky e uscito nelle sale nel 2017, questo film ha saputo emozionare il pubblico di tutte le età grazie alla sua potente narrazione sull’inclusione, il bullismo e la bellezza della diversità. Ma ciò che molti non sanno è che Wonder nasce da una vicenda realmente accaduta, un momento apparentemente ordinario che ha cambiato per sempre la vita di un’autrice: R.J. Palacio.
C’è quindi una storia vera dietro alla vicenda di Wonder, il piccolo August, e qual è la storia vera a cui il libro e dunque anche il film si ispirano?
La storia dietro la storia: l’incontro che ha ispirato Wonder
R.J. Palacio, nome d’arte di Raquel Jaramillo, non è un medico né una scienziata. Prima di diventare famosa con Wonder, lavorava come grafica e illustratrice di copertine. L’idea per il suo romanzo non nacque da una lunga ricerca o da un progetto editoriale studiato a tavolino, ma da un episodio di vita quotidiana che la colpì profondamente.
Un giorno, mentre era con i suoi figli in una gelateria, Palacio notò una bambina affetta da una grave deformità facciale. Nel vedere la reazione istintiva del suo bambino – che si spaventò – e la sua stessa reazione di disagio, capì di non aver gestito la situazione nel modo giusto. Invece di insegnare a suo figlio ad accettare la diversità, era fuggita da quel momento scomodo. Fu un’esperienza breve, ma tanto intensa da spingerla, quella stessa sera, a iniziare a scrivere una storia.
Da quel senso di colpa nacque Wonder, il romanzo che racconta la vicenda di August Pullman, un bambino affetto dalla sindrome di Treacher Collins, una rara malformazione cranio-facciale. Auggie, come viene chiamato, deve affrontare il difficile ingresso in una scuola pubblica dopo anni di istruzione a casa, con tutte le sfide che la sua condizione comporta: sguardi, pregiudizi, bullismo. Ma anche amicizie sincere, solidarietà, empatia. Un inno alla gentilezza e alla capacità di guardare oltre le apparenze.
Dalla carta al grande schermo: la magia di Wonder
Il successo del romanzo fu immediato. Pubblicato nel 2012, Wonder è diventato un best seller mondiale, tradotto in oltre 45 lingue. Il messaggio potente e universale del libro non poteva che trovare una trasposizione cinematografica. Il film, con Julia Roberts, Owen Wilson e il giovane Jacob Tremblay nei panni di Auggie, è riuscito nell’impresa non scontata di mantenere intatta la delicatezza e l’autenticità del racconto originale.
Attraverso una regia sensibile e una sceneggiatura coinvolgente, il film riesce a farci entrare nei pensieri e nelle emozioni di ogni personaggio, mostrando le diverse prospettive: quella di Auggie, ma anche dei suoi genitori, della sorella Via, degli amici. Wonder non è solo la storia di un bambino “diverso”, ma un affresco corale sull’umanità e sull’importanza della gentilezza, tema ricorrente nel film e riassunto perfettamente nel motto che lo accompagna: “Quando puoi scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile.”
Perché Wonder è uno dei film più belli dell’ultimo decennio
Non è semplice trattare temi delicati come la disabilità, il bullismo o l’accettazione senza cadere nel sentimentalismo facile. Wonder riesce in questa impresa con grazia, profondità e realismo. È un film che educa senza prediche, emoziona senza forzature, e riesce a parlare tanto agli adulti quanto ai bambini.
La sua forza risiede proprio nella semplicità e nella verità della storia che racconta: quella di un bambino che vuole solo essere visto per quello che è, e non per il suo volto. Una verità universale, che tocca tutti noi. Dunque se stasera volete guardare un bel film scegliete Wonder!