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It ends with us: il film non vale la profondità del libro

Cosa scegliere tra il film e il romanzo? Vi spieghiamo perchè non c'è paragone tra It ends with us in versione libro e la pellicola uscita ad agosto al cinema e ora sulle piattaforme

it ends with us film vs libro

It Ends With Us – Siamo noi a dire basta è un film del 2024 diretto e interpretato da Justin Baldoni, con Blake Lively nel ruolo della protagonista, Lily Bloom. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Colleen Hoover, pubblicato nel 2016. Il film ha suscitato notevole interesse, sia per la popolarità del libro che per le performance degli attori principali. Da qualche giorno il film è arrivato su Netflix e anche su Prime video e, come spesso accade in questi casi, si è riacceso il dibattito: meglio la pellicola o il romanzo? A mio avviso non ci sono paragoni che possano reggere.

Il libro di Colleen Hoover riesce a entrarti dentro così da portarti a leggere una pagina dietro l’altra. La storia dei due protagonisti, un amore tossico ma altrettanto travolgente, ti prende come succede sempre quando riesci a provare empatia anche per il cattivo. E poi ci sono le lettere, le lettere che Lily ha scritto per lungo tempo alla sua eroina parlando del grande amore della sua vita, Atlas. C’è quel tatuaggio, quella calamina sul frigo, un amore così dolce e romantico e così tanto in contrasto con quello che Lily, nel presente, pensa di meritare. E’ sempre difficile raccontare in 2 ore di film quello che si legge su un romanzo di oltre 300 pagine. E purtroppo, questa volta, a mio avviso, non c’è lo stesso impatto emotivo che il libro scatena nel lettore e nella lettrice.

Di che cosa parla It ends with us

La storia segue Lily Bloom, una giovane donna che, dopo un’infanzia segnata dalla violenza domestica del padre nei confronti della madre, si trasferisce a Boston per aprire un negozio di fiori. Qui incontra Ryle Kincaid (interpretato da Justin Baldoni), un affascinante neurochirurgo proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto tenere il discorso di elogio funebre per suo padre. Non lo ha fatti perchè Lily non ha trovato una sola cosa buona da dire su quell’uomo che in più di una occasione, ha cercato di uccidere sua madre. Ryle e Lily sembrano prendersi sin dal primo sguardo ma quella sera tra di loro non succede nulla e così passa del tempo. Tempo in cui la ragazza decide di dedicarsi al suo sogno, quello di aprire un negozio di fiori, un segno del destino, visto il suo nome e un cerchio che si chiude, perchè quando era piccola, la sola cosa che la distraeva da quanto succedeva in casa, era il potersi prendere cura dei suoi fiori e delle sue piante.

Lily e Ryle si incontrano per caso, perchè nel negozio della Bloom inizia a lavorare la sorella del bel dottore. Nonostante l’apparente perfezione, emergono lati oscuri nel comportamento di Ryle, che riportano Lily a confrontarsi con i traumi del passato. Parallelamente, riappare nella sua vita Atlas Corrigan (Brandon Sklenar), il suo primo amore adolescenziale, complicando ulteriormente le dinamiche emotive della protagonista. Il film affronta temi delicati come la violenza domestica e la resilienza, offrendo uno sguardo profondo sulle scelte difficili che le vittime devono affrontare.

Differenze tra Film e Libro

Sebbene l’adattamento cinematografico mantenga l’essenza del romanzo, sono presenti alcune differenze significative:

  • Età dei Personaggi: nel libro, Lily ha 23 anni, Atlas 25 e Ryle 29. Nel film, l’età dei personaggi è stata aumentata, portandoli intorno ai 35 anni. Questa scelta è stata motivata dal regista per rendere la storia più universale e accessibile a un pubblico più ampio; in realtà però la scelta di cambiare l’età de protagonisti è un punto a sfavore.
  • Scene Iniziali: nel romanzo, la storia inizia con Lily sul tetto di un edificio, dove incontra Ryle. Nel film, l’apertura è diversa, mostrando Lily in viaggio verso la sua città natale per il funerale del padre, enfatizzando il complesso rapporto con quest’ultimo. Se nel romanzo sarà Lily a raccontare di quello che succedeva con il padre proprio a uno sconosciuto, nel film invece, capiremo sin da subito con una serie di Flashback quanto accaduto.
  • Personaggi Omissi: alcuni personaggi presenti nel libro, come la coinquilina di Lily, Lucy, e l’amico Devin, sono assenti nel film. Queste omissioni sono state fatte per snellire la narrazione e concentrarsi sugli elementi principali della trama. In realtà però, la prima scena di vera violenza che manifesta Ryle accade proprio nella casa in cui Lily viveva con la sua coinquilina. Ed è importante anche un altro dettaglio che non emerge. In quella casa c’è il ricordo a cui Lily è legata di più: la calamita che spiega la sua scelta di vivere a Boston, città in cui ha sempre sognato di ritrovare il suo grande amore, motivo per il quale poi, suo marito, la picchierà fino a farle capire che è ora di mettere un punto. Non solo, Lucy più volte difenderà Lily da Ryle, quando si presenterà al negozio, pronto forse anche a farle del male.
  • Diari di Lily: nel libro, Lily scrive lettere indirizzate a Ellen DeGeneres, confidandosi su eventi personali. Nel film, questi diari sono stati trasformati in flashback, rimuovendo i riferimenti alla conduttrice televisiva. Nelle lettere , che occupano invece un buon 50% del romanzo, si capisce tanto di chi è stata Lily e del perchè all’inizio accetta le violenze verbali e fisiche. Non può credere di essere come sua madre, non può credere che tutto stia succedendo di nuovo perchè l’uomo che ha sposato, per lei è il migliore degli uomini.
Atlas e Lily in una delle scene del film

Se dovete scegliere, leggete il romanzo

Il film ha ricevuto recensioni miste. Alcuni critici hanno elogiato le performance degli attori e la rappresentazione sensibile di temi complessi, mentre altri hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla “romanticizzazione” della violenza domestica. Inoltre, sono emerse controversie legate al comportamento sul set, con Blake Lively che ha denunciato Justin Baldoni per molestie sessuali e diffamazione. Durante la promozione del film, Blake Lively è stata criticata per l’approccio considerato “superficiale” nel trattare temi come la violenza domestica. Alcuni utenti sui social media hanno ritenuto inappropriato il tono leggero adottato, soprattutto considerando la gravità degli argomenti trattati. In risposta, Lively ha condiviso sui suoi canali social statistiche sulla violenza domestica e link a risorse di supporto per le vittime, cercando di sensibilizzare il pubblico sull’importanza del tema. In generale a mio avviso, nel film manca proprio quella sensazione di perenne pericolo in cui Lily vive dopo il primo schiaffo, dopo la spinta dalle scale. Non si comprende fino in fondo tutto il dolore che lei prova, tutta la voglia che ha di ribellarsi ma non riesce a farlo, fino a quando non prende atto. Ed è comprensibile che ci siano state delle critiche in sui si evidenzia come il film voglia sottolineare un amore travolgente, che però non è tale. Si mostra anche molto poco di tutte le volte in cui Ryle implora Lily, dicendole che cambierà. Tutte le dinamiche classiche di una relazione tossica che porta poi, quasi sempre, al peggiore degli epiloghi.

Purtroppo, va detto, l’attenzione si è spostata, a causa di quello che è successo tra i protagonisti del film, su altri temi, mentre invece, si sarebbe dovuto molto parlare della storia raccontata nel romanzo, libro best seller nel mondo. Nel dicembre 2024, Blake Lively ha presentato una denuncia contro Justin Baldoni, accusandolo di molestie sessuali e di aver orchestrato una campagna diffamatoria nei suoi confronti. L’accusa includeva episodi di comportamenti inappropriati sul set e tentativi di danneggiare la sua reputazione professionale. Baldoni ha negato fermamente le accuse, definendole “false e oltraggiose”, e ha successivamente intentato una causa per diffamazione contro Lively, il marito Ryan Reynolds e la loro pubblicista Leslie Sloan, chiedendo un risarcimento di 400 milioni di dollari.

Le accuse hanno avuto ripercussioni significative nell’industria cinematografica. L’agenzia di talenti WME ha interrotto la collaborazione con Baldoni, mentre diverse personalità di Hollywood, tra cui le co-protagoniste di Lively in “Sisterhood of the Traveling Pants” — Amber Tamblyn, America Ferrera e Alexis Bledel — hanno espresso pubblicamente il loro sostegno a Lively. Anche l’autrice Colleen Hoover ha manifestato solidarietà nei confronti dell’attrice. E la storia purtroppo, sta proseguendo ancora nelle aule di tribunale.

Il mio consiglio è quello di vedere il film magari anche prima di aver letto il romanzo. Perchè forse solo in questo modo assaporerete nel migliore dei modi tutto quello che viene raccontato in It ends with us. Vi rendere subito conto di un altro grande problema del film: si sottolinea poco come Atlas sia da sempre l’eroe di Lily, un ragazzo capace di dare la sua vita pur di difenderla, di fare di tutto per lei. Un uomo che, al primo sguardo, si rende conto che Lily implora aiuto, a differenza di tutte le altre persone che sono intorno a lei. E il rapporto che c’era ed è rimasto immutato tra i due giovani adolescenti che si ritrovato poi adulti ( anche se costretti a crescere fin troppo presto a causa delle loro rispettive famiglie) è una delle cose più preziose che It ends with us ci regala. Non ultimo poi, il momento in cui Lily, quando resta incinta e deve trovare la forza di dire basta, fa la lista di tutte le cose che non funzionano nel suo rapporto con Ryle per spiegare, a caratteri cubitali a chi sta vivendo una storia come la sua, che è un amore tossico, non è amore. Solo possesso, e nulla nel passato di Ryle, può spiegare la violenza che oggi lui esercita contro la donna che dice di amare ma che picchia.

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