Andrea Osvart al Giffoni Film Festival: devo all’Italia il mio successo
Le parole di Andrea Osvart al Giffoni: "Fare l’attrice in Ungheria con la repressione comunista negli anni ’80 era un’aspirazione folle, ma bisogna avere il coraggio di affermare la propria individualità"
Un’altra grande giornata quella del Giffoni Film Festival il 25 luglio 2014. Tra i grandi ospiti di ieri anche Andrea Osvart accolta con grande affetto dai presenti. “Lucio Dalla diceva che per diventare buoni artisti bisogna dire le bugie: forse è vero. Lo facevo anche io quando ho iniziato perché nessuno credeva che sarei stata capace di fare l’attrice. Il tempo mi ha dato ragione”. Accolta dal caloroso applauso degli oltre 700 ragazzi Elements +10, Andrea Osvart non lesina consigli ai giovani giurati. L’attrice ungherese, premiata con l’Explosive Talent Award 2014, ribadisce l’importanza dell’essere differenti: “Ho lavorato come modella e so bene che il mondo della moda contribuisce a imporre certi cliché. Bisogna avere il coraggio di essere diversi, di affermare la propria individualità, essere sicuri dei propri mezzi e della propria unicità”.
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Andrea da piccola aveva un unico sogno: recitare. “Sono cresciuta con il mito di Grace Kelly. Ma desiderare di fare l’attrice, in Ungheria, negli anni ‘80, era un’aspirazione folle. La mia generazione ha subito la repressione del regime comunista, che ci costringeva a limitare le nostre ambizioni. Devo ringraziare l’Italia se sono diventata quello che sono. Mi sono innamorata di questo Paese dopo averlo visitato da giovanissima, e sono anche laureata in Letteratura Italiana”.
In compagnia dei giurati, l’attrice fa il punto sui suoi quindici anni di carriera: “Il ruolo più difficile è stato quello della madre infanticida in Maternity Blues. Mi sono preparata usando il metodo Stanislavskij per cercare di capire il dolore che vive una persona che realizza di aver commesso un’azione terribile. Il ricordo più bello è l’incontro con Brad Pitt sul set di Duplicity: Quando l’ho visto per la prima volta mi ha sorriso e si è avvicinato; forse si è anche presentato ma io non ero in me dall’emozione”.
In chiusura d’incontro, un suggerimento per gli aspiranti attori: “Non pensate che i reality siano una corsia preferenziale per intraprendere una carriera artistica. Contano la formazione, il talento e il lavoro”.